Il 10 Febbario è il giorno del ricordo; il ricordo degli Italiani uccisi nelle foibe dai comunisti di Tito e far conoscere a tutti, soprattutto ai più giovani, quali e quanti massacri sono stati compiuti all'ombra della falce e martello, non giustifica ne potrà mai modificare il giudizio di condanna, morale, politico e storico delle persecuzioni razziali, ma è un atto di giustizia dovuto, perché la mancanza di verità storica costituisce un oltraggio alla memoria delle vittime ed insieme alla nostra coscienza. È una data storica per tutta la nazione, per comprendere la tragedia che ha colpito le popolazioni giuliano dalmate dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 e ben oltre la conclusione delle ostilità, è indispensabile far riferimento alle cose che ognuno di noi reputa importanti, in base ad una personale scala di valori.
La famiglia, gli amici, la casa, i beni, i ricordi, le tradizioni, le proprie radici culturali legate a suoni, sapori, odori della amata terra in cui si è cresciuti e al legame inscindibile con i propri morti. I 350.000 italiani costretti a fuggire dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia hanno dovuto lasciare tutto questo
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che tristezza pensare a certi eventi!
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