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mercoledì 18 gennaio 2012

Le provocazioni di Oliviero Toscani

Lo scorso anno era stato un calendario monotematico sulla vagina, quest'anno un calendario sul pene, che giocando sui doppi sensi e sull'attuale situazione economica italiana ha come slogan un "è un momento di pene".

è un momento di pene
Ma qual è il messaggio del calendario? «Tutto si muove dal pene e dalla vagina», ma non sempre nel senso giusto, dice Toscani. Che fa l’esempio di Berlusconi: «È caduto per lo spread, anche per un uso eccessivo e esibito del pene. È caduto per Ruby e le olgettine e non certo per Bersani. E Bossi non ha forse forgiato la Lega e le sue fortune politiche sull’ideologia del celodurismo?». Lui, invece, vuole far saltare l’equazione pene-potere e restituire al pene la sua dimensione, come dire, “impolitica”. Fotografarlo per renderlo normale. «Un po’ come la penna con la quale un poeta scrive una poesia. Uno strumento», dice. © .vanityfair.it


Lungi da me criticare Toscani, ma mi sembra una mossa facile, mettersi lì e fotografare peni e vagine, di artistico a mio modesto parere c'è poco o nulla. Certo la provocazione, ma ci sono modi per provocare sicuramente più efficaci e meno volgari.

Già durante l'anno la sua agenzia si era segnalata per una campagna pubblicitaria un pò sciatta per McDonald's, proponendoci una serie di fotografie che mai ti aspetteresti da un professionista.Va bè che 1 foto brutta è una foto brutta, 10 foto brutte sono 10 foto brutte… 1000 foto brutte sono un “bel” progetto seriale.

un cartellone pubblicitario per McDonald's
Oppure vogliamo parlare dell'ultima campagna fotografica per Benetton, con foto di baci famosi per così dire? Un bel fotomontaggio ma nulla più a mio parere.

Bacio Merkel-Sarkozy, gigantografie nuova campagna Benetton di Oliviero Toscani
Non lo so, personalmente a me non ha mai entusiasmato come fotografo, non mi ha mai suscitato l'idea di approfondire la tecnica dietro un suo scatto o di cercare di riprodurre un suo lavoro. Mi è sempre parso solo un provocatore spesso troppo volgare che punta tutto sulla "pancia" della gente.

Per capirci meglio, questa  qui sotto è una foto di Henrì Cartier Bresson, avrà pure un seno gigante in bella vista, ma è una foto con un alone di magia, una foto che ti colpisce, non perché ti provoca come le foto di Toscani, ma perché è in armonia con tutto il resto.

velosolex © Cartier Bresson
Oppure uno scatto di Helmut Newton con i suoi sapienti giochi di luce e ombre?

© Helmut Newton: Frames From the Edge
Tanto per capirci avrei potuto proporvi le immagini dei due calendari di Toscani, quelle di cui vi dicevo con in bella mostra un "cazzo" e una "figa", ma mi sembravano troppo volgari, mi dava fastidio pubblicare sul Gran Burrone, mentre questa foto di Newton che pure ritrae due modelle interamente nude, per me è arte e per nulla volgare.

Voi che ne pensate di Oliviero Toscani, del fotografo e dei suoi lavori? Vi appassiona?
La fotografia non mostra la realtà, ma l'idea che se ne ha
(Neil Leifer)

6 commenti:

  1. Pensi che sia un fotografo cui piaccia estremizzare i soggetti intesi come oggetto delle sue "campagne"..
    Sicuramente è uno che fa della fotografia un'arma shoccante, nel senso che colpisce e rimane impressa in colui che la "riceve"..
    Personalmente non credo che sia il mezzo giusto per fare comunicazione, per "convincere" della bontà di un progetto, la sua campagna di sensibilità contro "l'istigazione" all'anoressia, fotografando quella modella anoressica che poi purtroppo è morta, non mi pare abbia ottenuto lo scopo che si era prefissata, la moda continua ad avere le sue convinzioni..
    Non lo apprezzo molto come fotografo, credo piuttosto che "nasconda" la sua "incapacità" di cogliere l'essenza, l'attimo, con scatti che rimangono impressi solo per il loro uscire dall'ordinarietà, scatti che impressionano nel vero senso della parola....

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    1. forse sarò eccessivo ma Toscani sta a un fotografo come un inventore di slogan sta a uno scrittore...

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  2. Provocatore (Toscani) forse può essere: non mi son generalmente mai piaciuti i suoi lavori, ma si sa è richiestissimo, perché dove si grida al cosiddetto "scandalo" i soldi alla fine girano. Insomma a parlarne bene o a parlarne male, basta che se ne parli: di fondo il concetto delle sue opere è questo.
    Mi ricordo di un servizio sul fumo, immortalando sigarette tra chiappe non propriamente seducenti.. senza commento :-(
    Citi Bresson, ma certi scatti tuoi hanno il suo perché: sempre detto :-)

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    1. seee magari... stai parlando di uno che ha elavato la fotografia al rango di arte :)

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  3. Condivido pienamente il tuo giudizio su Toscani. I sui ultimi due calendari poi mi sembrano ispirati a una trasgressione un po' datata, da anni '60. Ora è solo una scelta di cattivo gusto.
    Le sue campagne poi di solito non mi piacciono, anche se gli devo riconoscere un indiscusso fiuto per temi e soggetti che fanno clamore. Cmq resta il fatto che temi sociali, anche forti nel suo caso vengono usati a favore di un marchio, non della causa in sé che, alla fine, ne risulta strumentalizzata. Anche perché non è il segno di un impegno dell'azienda a favore dei diritti, come accade invece nei casi di Responsabilità sociale d'impresa (CSR)

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  4. alla fine è solito discorso parlate bene, parlatene male, basta che ne parliate...

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Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare a come si è vissuto. (Paul Bourget)