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venerdì 20 aprile 2012

Lancia Ardea

Il 1939 volge al termine tra i primi bagliori della guerra, quando la Casa torinese lancia sul mercato un nuovo prodotto rivoluzionario, alla cui realizzazione ha probabilmente contribuito il famoso progettista Vittorio Jano, passato dall’Alfa Romeo alla Lancia nel febbraio 1938. Alla vettura viene dato il nome “Ardea”, corrispondente a quello di un’antichissima città laziale (geograficamente a sud di Pomezia).

Anche se l’idea di una vettura di piccola cilindrata da affiancare all’Aprilia è sicuramente parto della fervida mente di Vincenzo Lancia (che pare l’avesse già definita come la più popolare vettura tra quelle che ho prodotto finora), il primo vagito di quella che poi sarà l’Ardea si può identificare in un brevetto, depositato circa due mesi dopo la scomparsa di monsù Lancia, nella primavera del 1937, per una nuova distribuzione a valvole in testa inclinate, comandate da un solo albero di distribuzione azionato da una catena silenziosa munita di tenditore automatico. Dietro questa poco entusiasmante definizione, si cela però un ingegnoso meccanismo mediante il quale un solo albero a camme aziona, tramite otto aste molto corte (e bilancieri), le valvole, che risultano inclinate rispetto all’asse dei cilindri: il sistema consente così di ottenere, senza dover ricorrere a due o più alberi a camme, le teste emisferiche, considerate all’epoca il massimo per l’elevato rendimento.

Lancia Ardea
Per quanto riguarda invece la linea della carrozzeria, la signora Adele Lancia ed i suoi collaboratori non hanno alcun dubbio: essa deve ripetere, praticamente ridotta in scala 9:10, quella della sorella maggiore Aprilia, già accolta con favore da pubblico e critica ed avviata al successo. Vero e proprio gioiellino, l’Ardea ha il torto di nascere in un momento sbagliato: quando, nel novembre del 1939, essa viene presentata al Capo del Governo italiano, Benito Mussolini, si respira aria di guerra (due mesi prima, il 1º settembre, Hitler ha scatenato il conflitto mondiale), in Italia è appena stato istituito il divieto di circolazione (imposto dal 3 settembre sarà provvisoriamente abrogato l’8 dicembre 1939), la benzina è razionata, il clima insomma non è certo quello ideale per il lancio di un nuovo modello di vettura, ancorché relativamente economico. ©wikipedia
Ritengo che le automobili oggi siano tutt'al più l'equivalente delle grandi cattedrali gotiche: le considero la suprema creazione di un'epoca, concepita con passione da artisti sconosciuti, distrutta nella raffigurazione e nell'uso da un'intera popolazione che se ne impossessò come semplice oggetto magico
(Roland Barthes)

1 commento:

Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare a come si è vissuto. (Paul Bourget)