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A partire dal prossimo 16 gennaio, gli scatti pubblicati sul «social» potranno essere usate per scopi pubblicitari: e scatta la grande fuga
Sono lontani i tempi in cui Instagram era un luogo spensierato, in cui milioni di utenti condividevano le proprio foto scambiandosi centinaia di “like”. Dal prossimo 16 gennaio, i fruitori dell’App di Kevin Systrom dovranno fare i conti con le nuove regole relative alla privacy e i termini d’uso. Come si legge sul blog ufficiale di Instagram, le nuove norme autorizzano Facebook, a soli otto mesi dall’acquisizione del social fotografico da parte del colosso di Mark Zuckerberg, a vendere «a una società o un’altra entità pagante le informazioni relative all’utente e alle azioni che compie e le sue fotografie» senza che il proprietario riceva alcun compenso economico.
L’aspetto più interessante, però, è quello in cui Instagram dichiara, alla voce «diritti» nei nuovi Terms of Use, di poter utilizzare le foto caricate dagli utenti per scopi pubblicitari. «Per aiutarci a diffondere contenuti sponsorizzati o a pagamento o promozioni – si legge sul blog - accetti che un’azienda possa pagarci per mostrare il tuo username, i tuoi like, le tue foto e ogni tua altra azione collegata a contenuti sponsorizzati o a pagamento, senza nessun compenso».
Una vera e propria rivoluzione, quindi, se si pensa che fino a pochi mesi fa Instagram prometteva ai suoi iscritti, preoccupati della nuova partnership con Facebook, di rimanere nel tempo «la stessa applicazione che oggi conoscete e amate».
Nel frattempo, il web si mobilita e minaccia la cancellazione di massa da Instagram. Diverse soluzioni, però, stanno arrivando dal mondo della rete che non vogliono comunque rinunciare all’App di condivisione foto più famosa. Se proprio non volete cancellare il vostro account entro il 16 gennaio, il sito Wired.com suggerisce di salvare tutti gli scatti preziosi tramite l’utilizzo di Instaport o di Instarchive.
Agli oltre 100 milioni di iscritti non rimane altro che rimpiangere il “paradiso” per gli aspiranti fotografi e abituarsi a fare i conti con le dure regole del mercato che, presto o tardi, travolgono tutti.
Oggi la parziale marcia indietro, ma ci sarà da crederci?
(AGI) - Roma, 19 dic. - La rivolta sul web ha vinto. Instagram fa marcia indietro, e ad annunciarlo e' il cofondatore Kevin Systrom "Cambieremo i termini di servizio, rimuovendo quei termini che hanno fatto pensare che le foto degli utenti potessero diventare pubblicita''". E' un comunicato che sa molto di passo indietro, di ripensamento, quello con cui Instagram ha risposto alle polemiche nate dopo l'annuncio della modifica dei Terms of use che aprivano la possibilita' di usare gli scatti degli utentiper "contenuti sponsorizzati o a pagamento o promozioni" il tutto "senza consenso".
Le modifiche del Tou sarebbero scattate dal 16 gennaio, ma ora saranno ulteriormente modificate garantisce Systrom "Non vogliamo vendere le vostre foto o usarle per la pubblicita'". Ma su un punto tiene posizione "Instagram e' stato creato per diventare business, la pubblicita' e' un modo in cui Instagram puo' sostenersi".Instagram insomma, nega con forza di voler rivendere le fotografie. Nega altresi' di volerle sfruttare in modo grossolano senza autorizzazioni da parte degli utenti. Sebbene ancora una volta non si del tutto chiaro il punto di approdo di questo snodo, Instagram compie un passo indietro e cancella tutto cio' che era stato formulato: l'obiettivo primo sembra essere quello di un congelamento della situazione per spegnere le polemiche prima di tornare sui propri passi.
Ieri dopo l'annuncio delle modifiche della privacy, la rete si e' scatenata. Migliaia di post hanno invaso gli account insieme a moltissime foto, per lo piu' scatti neri o frasi indirizzate al social network. Poi la marcia indietro fino alla prossima modifica e la prossima rivolta. (AGI) .
La società ha bisogno di libertà: quando un programma ha un proprietario, l'utilizzatore perde la libertà di controllare parte della sua vita.
(Richard Stallman)
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