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giovedì 21 agosto 2008

I Figli di Húrin

Ho appena finito di leggere "I Figli di Húrin", il libro postumo pubblicato quest'anno dal figlio di Tolkien.

Sicuramente non è una lettura di facile impatto, chi lo compra non deve aspettarsi il "Signore degli Anelli" o "lo Hobbit", ma nemmeno la complessità del "Silmarillion". I fatti narrati, sono molto antecedenti alla storia di Aragorn e Frodo, e nello stesso LOTR, si fa un paio di volte riferimento alla leggenda di Túrin.

Da Wikipedia: Túrin nasce in una Terra di Mezzo distrutta dalla recente vittoria del Signore Oscuro, Morgoth, e delle sue terribili armate. I più grandi combattenti tra Elfi e Uomini sono morti e il padre di Túrin, Húrin, è stato catturato. Per le sue sfide, Húrin e la sua famiglia vengono maledetti da Morgoth per essere condotti nella rovina e nell'oscurità. Ma, come suo padre, Túrin rifiuta di essere abbattuto da Morgoth e crescendo dà inizio alla leggenda di un eroe mortale. Nella terra percorsa dagli Orchi, Túrin unisce a sé una banda di fuorilegge e gradualmente inizia una guerra personale contro la supremazia di Morgoth sulla Terra di Mezzo. Allora il Signore Oscuro rivela la sua arma peggiore, Glaurung, il più possente dei Draghi. Mentre il Drago fa bruciare la Terra di Mezzo, rimane soltanto un uomo che può ucciderlo, ma per farlo dovrà prima vedersela col proprio Destino.



Come di consuetudine il lavoro di Tolkien ci regala piccoli aforismi di una bellezza impareggiabile come "poiché a un uomo che fugge la propria paura può capitare di scoprire che ha solo imboccato la scorciatoia per incontrarla." oppure "Ma dove è tutto affidato al caso, nel caso conviene fidare."

La fine del racconto è poi degno dell'olimpo dei miglior poemi d'Amore della storia della letteratura, con una sofferenza struggente che non lascia indifferenti nemmeno i cuori più aridi.

Per conculdere, ieri mi chiedevo se nel futuro prossimo, l'opera di Tolkien sarà riconosciuta così importante da essere insegnata nelle scuole, al pari dei poemi di Omero e Virgilio, a cui secondo me non ha nulla da invidiare, infondo il Signore degli Anelli è riconosciuto come il miglior libro dello scorso secolo, e non vedo che differenza possa esserci nel trattare le gesta di Achille o di Aragorn, dell'Orlando furioso o di Boromir, di Enea o di Frodo...

Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.

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Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare a come si è vissuto. (Paul Bourget)