In giorni come questo, non ho paura della morte o del dolore. Sarà la stanchezza, il libro o magari la maledizione, ma oggi, mentre attraverso questo complesso, avverto dentro di me qualcosa che somiglia a una sorta di fissione nucleare di ogni atomo che compone il mio corpo, una reazione a catena di energia che potrebbe portarmi ai limiti di tutto. Mi sembra quasi di desiderare qualche specie di violenza - vivere, morire - solo per sperimentarla. Mi sento talmente su di giri che vorrei mandare il mondo a farsi fottere, o essere fottuta dal mondo. Sì, voglio essere penetrata dalle schegge di un milione di esplosioni. Voglio vedere il mio sangue. Voglio morire insieme al resto dell'umanità, l'ultima esperienza che mi unisca ai miei simili, il lampo alla fine di tutto. Io divento te, tu diventi me, noi diventiamo la stessa cosa per sempre. Il collasso di una funzione d'onda di violenza. In giorni come questo penso a cosa significa essere maledetti, e tutto quello che mi viene in mente è ora, subito, adesso.
E se Dio avesse inventato la morte per farsi perdonare la vita?
(Gesualdo Bufalino)
ciao
RispondiEliminaoggi sembra che sei in vena di riflessioni profonde...
penché indagare la morte? per esorcizzarla? non se ne vede in giro già tanta?
^________________^