giovedì 3 gennaio 2013

Il duomo di Monreale

Numerose sono le leggende del periodo normanno, ma forse la più suggestiva, corrispondente al fervore religioso che si diffuse nell’isola in seguito alla cacciata degli Arabi e al tema delle apparizioni soprannaturali, è quella che esalta l’opera di Guglielmo II di Sicilia detto "il Buono", soprattutto per la sua politica fiscale legata alla costruzione del Duomo di Monreale.

Si narra che Guglielmo, succeduto al padre sul trono di Sicilia, si fosse addormentato sotto un carrubo, colto da stanchezza, mentre era a caccia nei boschi di Monreale. In sogno gli apparve la Madonna, a cui era molto devoto, che gli rivelò il segreto di una “truvatura” con queste parole: “Nel luogo dove stai dormendo è nascosto il più grande tesoro del mondo: dissotterralo e costruiscici un tempio in mio onore”. Dette queste parole, la Vergine scomparve e Guglielmo, fiducioso della rivelazione in sogno, ordinò che si sradicasse il carrubo e gli si scavasse intorno. Con grande stupore venne scoperto un tesoro in monete d’oro che furono subito destinate alla costruzione del Duomo di Monreale (1176), per il quale furono chiamate maestranze arabe specie per i mosaici (“i mastri di l’oru”), che adornano non solo l’abside col Cristo Pantocratore ma anche le pareti e le colonne.


L’opera eccezionale e la leggenda sono celebrati da un canto popolare raccolto da Salvatore Salomone Marino, folclorista della scuola di Pitrè, che così recita tradotta in italiano:
Benedetto il maestro che la fece Il Sovrano che la fece costruire Non si conta e non si può dire quanto sia splendido e ricco Non c’è oro, né argento, né moneta che basti Maria che è imperatrice del cielo Disse: “Il mio Trono mi voglio costruire”. Invia dunque gli Angeli a costruire la Matrice Ed essi fermeranno il volo a Monreale e così mostrano al popolo le loro sembianze umane... ©wikipedia

L'interno del duomo di Monreale visto con il fish-eye
Ogni architettura è grande dopo il tramonto: forse l'architettura è veramente un'arte notturna, come quella dei fuochi artificiali.
(Gilbert Keith Chesterton)

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Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare a come si è vissuto. (Paul Bourget)

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