Tale era la loro voglia di carne arrostita che i figli di In e Ammu non volevano mangiare altro. Passavano accanto alle erbe in seme e non le raccoglievano. lasciavano le bacche mature sugli arbusti e i frutti sulle piante e le noci per terra sotto gli alberi, come se fossero stati sporcizia. Tutto il giorno, dal levar del iole, cacciavano le creature e le uccidevano, poi, al calar del sole, facevano un fuoco e arrostivano le lo-o prede e mangiavano fino a quando avevano la pancia rotonda e piena come una zucca matura. Si ammalavano, ma non gliene importava nulla.
Le creature andarono da Antilope Nero e dissero: «Le persone ci cacciano e ci uccidono un giorno doro l'altro, senza tregua. Dieci e dieci e dieci di noi sanno ammazzato per i loro banchetti. Presto non interne nessuno di noi».
Antilope Nero chiamò a raccolta i Primi e disse: «Noi abbiamo fatto questo Posto Buono per noi stessi. Adesso le persone lo rovinano. Andate tutti lontano e lontano. Fate nuovi Posti. Così le persone ci vivono. Fateli lontani.
Così le persone devono spostarsi da uno all'altro. Fate in modo che vi sia cibo di ogni genere, un po' di ciascun tipo. Così le persone devono raccogliere, oltre che cacciare. E non si ammalano a forza di mangiare solo carne. Fate che ogni Posto abbia la sua stagione. Così le persone lo lasciano e le creature si riproducono e le piante danno semi e crescono. Tutto torna nuovo».
I Primi fecero quanto era stato detto.
Allora Antilope Nero si trasformò in un'antilope qualsiasi e si fece vedere dai figli di An e Ammu mentre si preparavano ad andare a caccia. Lo videro brucare sulla prateria un poco distante.
Da e Datta dissero: «Cacciamo quell' antilope».
Gli altri avevano paura. Dissero: «Uccidere l'antilope e mangiarla? Ma Antilope Nero non è il più grande dei Primi?».
Da disse: «Perché non la mangiamo? Chi di noi è della Tribù di Antilope Nero?».
Datta disse: «Guardate com'è grassa. La sua carne è ottima».
Ma gli altri avevano paura.
Da e Datta dissero: «Noi siamo i migliori. Dovete fare quello che vi diciamo. L'avete giurato a Odutu sotto la Montagna».
Poiché avevano giurato a Odutu, acconsentirono a cacciare l'antilope.
Antilope Nero li vide strisciare verso di lui e si spostò un poco e continuò a brucare. Loro strisciarono più vicino, e di nuovo lui si spostò un poco, e ancora e ancora. Fece così tutto il giorno, e intanto quelli continuavano a dire in cuor loro: «La prossima volta la prendiamo». Sentivano in bocca il forte sapore della grassa carne arrostita.
Al tramonto Antilope Nero li condusse a uno stagno vicino al quale cresceva un'erba dalle radici blu. Bevvero ed estrassero le radici blu dalla terra ele mangiarono, e dissero: «Domani torniamo al Primo Posto Buono e cacciamo lì».
Il giorno seguente si svegliarono e videro Antilope Nero che brucava lì vicino, e ancora una volta gli diedero la caccia tutto il giorno, e al tramonto lui li condusse a uno stagno vicino al quale crescevano dei binja. Bevvero e raccolsero e sgusciarono i semi di binja e li mangiarono, e dissero: «Domani torniamo al Primo Posto Buono e cacciamo lì».
Così fu per molti, molti giorni. Alla fine arrivarono a uno dei nuovi Posti Buoni che i Primi avevano fatto per loro, e là Antilope Nero li lasciò. Mentre, strada facendo, passava accanto agli stagni, bevve fino a prosciugarli. E mangiò i binja e le radici blu e tutte le altre cose che crescevano lì accanto, cosicché i figli di An e Ammu non potessero più ritornare al Primo Posto Buono
Profondamente radicata nel petto umano c'è una passione per cacciare qualcosa
(Charles Dickens)
0 commenti:
Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare a come si è vissuto. (Paul Bourget)