Il parapendio a motore o, più semplicemente, paramotore, nasce come apparecchio aerosportivo alla fine degli anni ottanta. Similmente alla evoluzione del deltaplano da volo libero cui, nel 1979, vennero applicate le prime motorizzazioni, l'ala flessibile nota come parapendio veniva dotata di un propulsore che ne consentiva il decollo in pianura, liberando il pilota dalla necessità del decollo da pendio.
In pochi anni ha avuto una rapida evoluzione. Il motore, con relativa elica propulsiva, è alloggiato su di un telaio che è collocato a mo' di zaino sulle spalle del pilota. Al telaio è anche agganciata la velatura tramite due moschettoni collegati alle bretelle della vela.
Il pilotaggio è in tutto simile a quello del parapendio da volo libero. È il mezzo volante più economico e pratico esistente attualmente. Ha avuto, come logico, la massima diffusione nelle zone con vaste pianure.
L'Italia è leader mondiale nella sua produzione, anche se la diffusione maggiore è negli USA e in alcuni stati europei come la Francia e la Spagna. La sua attività agonistica è gestita e regolamentata dalla FAI (Fédération Aeronautique Internationale) nella categoria Microlight-New Classes e partecipa alle competizioni internazionali come categoria a sé stante.
Negli ultimi anni anche alcune Forze Armate si sono dotate di questo mezzo per i loro reparti speciali.
L'attuale record mondiale di velocità sul percorso di 16 km andata e ritorno è di 64,85 km/h, stabilito dall'italiano Raffaele Benetti.
I motori sono a due tempi con cilindrate tra gli 80 ed i 250 cc e potenze da 13 a 30 HP. Le eliche hanno un diametro tra i 60 ed i 130 cm. La spinta statica è compresa tra i 30 e gli 80 kg. Può viaggiare a velocità comprese tra i 20 ed i 65 km/h, quindi con tutti i vantaggi e gli svantaggi del volo lento. È, infatti, in grado di decollare ed atterrare in spazi limitati, dell'ordine di pochi metri e può tranquillamente effettuare voli radenti.
(testi © wikipedia)
Una volta che hai conosciuto il volo, camminerai sulla terra con gli occhi rivolti sempre in alto, perché là sei stato, e là agogni a tornare
(Leonardo da Vinci)
bravo Leonardo che ci aveva pensato!
RispondiEliminaper me il volo anche in aereo è devastante... con me Leonardo si è sbagliato... io, passo... ma questo sport lo posso vivere semplicemnte osservandolo dal basso... anche soì lo troverei emozionante!
Ciao Sergio, sono uno dei paramotoristi che hai fotografato (quello con la vela rossa).
RispondiEliminaCercavo foto di Venegono ed ho trovato questo blog.
Felice che le foto del nostro passaggio siano servite per spiegare bene cosa sia il paramotore.... ciaooo Roberto www.paramotoristiaudaci.it
ciao Roby grazie della visita, mi ha fatto piacere :)
RispondiEliminaSe guardi il blog anche il post di ieri ha una vosta foto e se clicchi sul link sotto ne trovi altre anche se non tantissime su di voi
^^
bel post, hai riassunto l'essenza di questo sport.
RispondiEliminaMané