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© Kenneth Garrett |
Visualizzazione post con etichetta Mostri Sacri Della Fotografia. Mostra tutti i post
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mercoledì 12 dicembre 2012
Kenneth Garrett, l'Indiana Jones della fotografia
Kenneth Garrett nasce il 23 settembre del 1953 in Columbia Missuri. Il 1976 è un anno da ricordare per il giovane Ken, infatti si laurea in antropologia presso l'Università della Virginia e pubblica il suo primo articolo per il National Geographics, raccontando una storia sui grandi velieri intitolato "Square-rigger: Voyage Da Baltico al Bicentenario".
Coniugando le sue due passioni: fotografia e antropologia, ha realizzato decine di articoli sul tema, fra i quali: "The Iceman", "Morte sul Nilo: Saqqara" e " Il nuovo volto di Tutankhamon: la sua vita e la morte".
giovedì 29 novembre 2012
McCurry rivoluziona il calendario Pirelli®
(ASCA) - Rio de Janeiro, 27 nov - Bellezza, Brasile, sociale: sono le tre parole chiave di ''The Cal'' 2013, la quarantesima edizione del calendario Pirelli, presentata oggi a Rio de Janeiro, realizzata da Steve McCurry, statunitense, uno dei piu' famosi fotoreporter mondiali, il primo tra l'altro a testimoniare il conflitto russo-afghano. In due settimane di scatti tra le strade e le favelas di Rio, McCurry ha effettuato uno dei suoi affascinanti viaggi alla ricerca dell'uomo, un racconto che nel calendario 2013 passa attraverso volti riprodotti in semplici graffiti, persone comuni e modelle che in questa edizione di The Cal sono tutte accomunate dal loro impegno a sostegno di progetti umanitari.
Le protagoniste sono 11 tra modelle, attrici e cantanti: le brasiliane Isabeli Fontana, Adriana Lima, l'indimenticabile attrice Sonia Braga e la cantante Marisa Monte; l'attrice italo-egiziana Elisa Sednaoui; la modella cecoslovacca Petra Nemcova; la tunisina Hanaa Ben Abdessiem; l'etiope Liya Kebede; le statunitensi Kyleigh Kuhn e Summer Rayne Oakes.
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© Steve McCurry - Calendario Pirelli 2013 |
Le protagoniste sono 11 tra modelle, attrici e cantanti: le brasiliane Isabeli Fontana, Adriana Lima, l'indimenticabile attrice Sonia Braga e la cantante Marisa Monte; l'attrice italo-egiziana Elisa Sednaoui; la modella cecoslovacca Petra Nemcova; la tunisina Hanaa Ben Abdessiem; l'etiope Liya Kebede; le statunitensi Kyleigh Kuhn e Summer Rayne Oakes.
martedì 3 luglio 2012
Michael "Nick" Nichols: una vita sperimentando
Soprannominato l'indiana Jones della fotografia, è una delle punte di diamante del National Geographics. Nella sua carriera non ha mai incontrato un ostacolo che non sia riuscito a superare. Il suo credo: sperimentare. Come vi direbbe lui: "siete in missione in Africa per qualche mese e finite la pellicola per la luce diura? Utilizzate quella con la sensibilità minore che avete. Amici e conoscenti usano solo pellicole in bianco e nero? Beh, voi scattate a colori e con il flash".
Dalla documentazione del lavoro di Jane Goodall e dei suoi amati gorilla di montagna, all'epopea di Megatransect , la traversata a piedi dell'Africa con Mike Fay , che ha portato alla creazione di numerose aree protette, Nichols si è sempre considerato in missione: dare voce, con i suoi scatti, alle specie che non possono difendersi, dice, è un obbligo prima che un mestiere e un piacere.
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© Michael "Nick" Nichols |
Dalla documentazione del lavoro di Jane Goodall e dei suoi amati gorilla di montagna, all'epopea di Megatransect , la traversata a piedi dell'Africa con Mike Fay , che ha portato alla creazione di numerose aree protette, Nichols si è sempre considerato in missione: dare voce, con i suoi scatti, alle specie che non possono difendersi, dice, è un obbligo prima che un mestiere e un piacere.
lunedì 23 aprile 2012
Steve McCurry: Progetto Umbria
Torno a parlarvi del mio fotografo preferito: Steve McCurry che curerà un progetto per la regione Umbria nei prossimi mesi.
L’Umbria secondo Steve McCurry
Decisamente più piccola del Lazio, meno famosa della Toscana, senza il mare delle Marche. Eppure l’Umbria non ha nulla da invidiare alle sue vicine: è una regione ricca di paesaggi meravigliosi, di storia e tradizione, basti pensare agli affreschi di Giotto e Cimabue che impreziosiscono la basilica di Assisi, o alle cittadine medioevali di Gubbio e di Todi, o ancora alla famosa Corsa dei Ceri, che si svolge ogni anno proprio a Gubbio.
Ma ora l’Umbria ha un altro motivo ancora per farsi conoscere in tutto il mondo: i suoi paesaggi, i suoi paesini e i volti dei suoi abitanti saranno immortalati dall’obiettivo di Steve McCurry, uno dei più apprezzati e premiati fotografi al mondo, autore del ritratto della ragazza afgana realizzato per un servizio di National Geographic.
L’Umbria secondo Steve McCurry
Decisamente più piccola del Lazio, meno famosa della Toscana, senza il mare delle Marche. Eppure l’Umbria non ha nulla da invidiare alle sue vicine: è una regione ricca di paesaggi meravigliosi, di storia e tradizione, basti pensare agli affreschi di Giotto e Cimabue che impreziosiscono la basilica di Assisi, o alle cittadine medioevali di Gubbio e di Todi, o ancora alla famosa Corsa dei Ceri, che si svolge ogni anno proprio a Gubbio.
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© Steve McCurry |
giovedì 19 aprile 2012
L'unica Legge di Newton: il potere è Donna
Helmut Newton, celebrato oggi al Grand Palais con una mostra che semplicemente porta il suo nome (sino al 17 giugno), è il fotografo che ha lasciato al Novecento l’immagine meno femminile, a suo modo più cerebrale e più castrante della donna.
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© Helmut Newton |
martedì 10 aprile 2012
Jodi Cobb: una vita in giro per il mondo
Jodi Cobb, fotografa famosissima del National Geographic, ha imperniato tutta la sua carriera sulla rottura degli schemi.
Nata negli Stati Uniti, ha trascorso la sua infanzia in 28 paesi diversi, al seguito del padre che lavorava per una compagnia petrolifera texana.
Tornata negli USA, frequenta l'University of Missouri, la scuola di giornalismo, dove scopre la passione per la fotografia. Dopo una sofferta decisione, decide di seguire l'idea iniziale e darsi alla scrittura, accettando un posto nella redazione della rivista House and Garden di New York.
Ma la fotografia è un richiamo troppo forte, infatti l'anno successivo si iscrive a un master in fotografia in Missouri per perfezionare la sua formazione. In seguito ha lavorato per il News Journal di Wilmington, nel Delaware, dove era l’unica fotogiornalista donna, e per il Denver Post, accettando qualsiasi incarico i redattori le affidassero, dalla musica allo sport.
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© Jodi Cobb |
Nata negli Stati Uniti, ha trascorso la sua infanzia in 28 paesi diversi, al seguito del padre che lavorava per una compagnia petrolifera texana.
Tornata negli USA, frequenta l'University of Missouri, la scuola di giornalismo, dove scopre la passione per la fotografia. Dopo una sofferta decisione, decide di seguire l'idea iniziale e darsi alla scrittura, accettando un posto nella redazione della rivista House and Garden di New York.
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© Jodi Cobb |
martedì 24 gennaio 2012
Chris Johns: La sua Africa
Chris Johns è un famoso fotografo che ha passato molti anni in Africa per il National Geographic Magazine. Sotto la guida di John il National Geographic ha ricevuto il premio the National Magazine Awards nel 2007 e nel 2008. Ha iniziato la sua carriera di giornalista collaborando con alcuni quotidiani, e all'età di 28 anni è stato nominato Fotografo di Giornale dell'anno dalla National Press Photographers Association .
Nato in Oregon nel mese di aprile del 1951, Johns ha studiato agricoltura all'Università di Stato dell'Oregon e fotogiornalismo alla University of Minnesota.
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© Chris Johns |
giovedì 19 gennaio 2012
Marco Glaviano: Jazz & Belle donne
Questo mese Photo Professional - Canon Edition ci propone una bella intervista a uno dei fotografi italiani più famosi del mondo: Marco Glaviano.
Scopriamo meglio di chi si tratta:
Partito da Palermo con una laurea in architettura in tasca, Marco Glaviano è arrivato a New York nel 1975 dove ha fotografato le più grandi modelle del mondo negli anni '80 e '90. Artefice del boom delle top model, con la complicità di John Casablancas, il patron di Elite, la celebre agenzia di modelle, Marco ha realizzato i primi calendari con protagoniste del calibro di Cindy Crawford, Angie Everhart, Paulina Porizkova... Alla sua carriera di fotografo delle supermodels, Glaviano ha alternato lavori sui set cinematografici e ritratti di musicisti. Cinque i libri fotografici al suo attivo. © http://max.rcs.it
Lo stesso fotografo ammette che i suoi studi di architettura sono stati utilissimi per la sua attività professionale, consentendogli di dare la giusta prospettiva ai suoi scatti.
Scopriamo meglio di chi si tratta:
Partito da Palermo con una laurea in architettura in tasca, Marco Glaviano è arrivato a New York nel 1975 dove ha fotografato le più grandi modelle del mondo negli anni '80 e '90. Artefice del boom delle top model, con la complicità di John Casablancas, il patron di Elite, la celebre agenzia di modelle, Marco ha realizzato i primi calendari con protagoniste del calibro di Cindy Crawford, Angie Everhart, Paulina Porizkova... Alla sua carriera di fotografo delle supermodels, Glaviano ha alternato lavori sui set cinematografici e ritratti di musicisti. Cinque i libri fotografici al suo attivo. © http://max.rcs.it
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© Marco Glaviano |
Lo stesso fotografo ammette che i suoi studi di architettura sono stati utilissimi per la sua attività professionale, consentendogli di dare la giusta prospettiva ai suoi scatti.
mercoledì 12 ottobre 2011
Michael Nichols & la sequoia gigante
Nat Geo Tv, il canale televisivo del National Geoghrapic® (visibile sulla piattaforma Sky), sta trasmettendo una serie di documentari sui reportage fotografici dei migliori fotografi della rivista.
Qualche giorno fa, vi avevo parlato di McCurry e l'ultimo rullino, oggi invece vi voglio raccontare la storia di una foto "pazzesca". Un collage fotografico realizzato come noi mortali fotografi creiamo una foto di un panorama solo che Nichols ha scattato un'immagine di una sequoia di oltre 115 mt.
Il lavoro è durato mesi, soprattutto nella fase di post-produzione perché immaginate che pazienza certosina ci voglia ad unire in modo perfetto 84 fotografie di un albero, facendo collimare ogni singola fogliolina.
Per gli scatti, Nichols ha usato tre fotocamere che scattavano in contemporanea in modo da dare una visuale perfetta del piano orizzontale, collocate in modo da evitare l'effetto clessidra tipico dei panorami.
A questo link troverete un breve video dell'impresa, alla fine si potrà ammirare il risultato finale del collage di ben 84 foto.
Qualche giorno fa, vi avevo parlato di McCurry e l'ultimo rullino, oggi invece vi voglio raccontare la storia di una foto "pazzesca". Un collage fotografico realizzato come noi mortali fotografi creiamo una foto di un panorama solo che Nichols ha scattato un'immagine di una sequoia di oltre 115 mt.
© Michael Nichols |
Il lavoro è durato mesi, soprattutto nella fase di post-produzione perché immaginate che pazienza certosina ci voglia ad unire in modo perfetto 84 fotografie di un albero, facendo collimare ogni singola fogliolina.
Per gli scatti, Nichols ha usato tre fotocamere che scattavano in contemporanea in modo da dare una visuale perfetta del piano orizzontale, collocate in modo da evitare l'effetto clessidra tipico dei panorami.
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Michael Nichols al lavoro |
Nulla è impossibile per colui che non deve farlo.
(A. Bloch)
lunedì 3 ottobre 2011
Steve McCurry & l'ultimo rullino
Immaginate che la Kodachrome, vi consegni l'ultimo rullino analogico di sua produzione, per poter scattare le ultime 32 foto. Già perché da domani si smette di produrre, visto che oramai si ragiona solo in digitale.
Come vi comportereste? cosa fotografereste? Io personalmente, avrei mille dubbi, avrei paura di sprecare l'ultima occasione per celebrare uno dei rullini che hanno fatto la storia della fotografia.
Fortunatamente il compito è toccato a Steve McCurry che ha realizzato un servizio per il National Geographic, che è stato oggetto anche di una bella puntata trasmessa da Nat Geo Tv sull'evento.
Ecco un paio di scatti:
Potete vedere tutti gli scatti sul suo sito ufficiale nella galleria Last Roll
Come vi comportereste? cosa fotografereste? Io personalmente, avrei mille dubbi, avrei paura di sprecare l'ultima occasione per celebrare uno dei rullini che hanno fatto la storia della fotografia.
Fortunatamente il compito è toccato a Steve McCurry che ha realizzato un servizio per il National Geographic, che è stato oggetto anche di una bella puntata trasmessa da Nat Geo Tv sull'evento.
Ecco un paio di scatti:
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Robert de Niro - Steve McCurry © |
Ritratto di un Rabari - Steve McCurry © |
Nei ritratti ricerco il momento di vulnerabilità in cui l'anima, pura, si svela e le esperienze di vita appaiono incise nel volto.
(Steve McCurry)
domenica 11 settembre 2011
11.09.01
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11 settembre 2001 visto da Steve McCurry © |
Il mondo non è più quello che conoscevamo, le nostre vite sono definitivamente cambiate. Forse questa è l'occasione per pensare diversamente da come abbiamo fatto finora, l'occasione per reinventarci il futuro e non rifase il cammino che ci ha portato all'oggi e potrebbe domani portarci al nulla. Mai come ora la sopravvivenza dell'umanità è stata in gioco
(Tiziano Terzani)
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giovedì 23 dicembre 2010
I mostri sacri: Steve McCurry
Steve McCurry (Philadelphia, 24 febbraio 1950) è un fotoreporter e fotografo statunitense, conosciuto soprattutto per la fotografia La ragazza afgana, pubblicato come copertina del National Geographic Magazine di giugno 1985, divenuta la più nota uscita della rivista.
Biografia
Dopo aver lavorato anche come cuoco, McCurry ha studiato fotografia alla Pennsylvania State University. Dopo aver lavorato per due anni in un giornale, ha poi lavorato come freelance in India.
Da allora ha scattato fotografie dei conflitti in molti luoghi del mondo, tra cui Jugoslavia, Beirut, Cambodia, Filippine, Guerra del Golfo e Afghanistan, e sul National Geographic Magazine sono stati pubblicati i suoi reportage su Burma, lo Yemen, il Tibet e sui templi di Angkor Wat.
Le foto di McCurry hanno raggiunto la notorietà nel 1984, quando ha ritratto Sharbat Gula, rifugiata in un campo profughi di Peshawar (Pakistan). L'immagine, nota come La ragazza afgana, è stata scelta come copertina del numero di giugno 1985 della rivista National Geographic Magazine, diventando in breve un'icona, cosa di cui McCurry si sente onorato.
Nel 2009 il fotografo ha collaborato a ¡TIERRA!, progetto di sviluppo sostenibile portato avanti dall'azienda Lavazza
Stile
McCurry è passato dall'analogico al digitale, utilizzando software come Aperture, e spesso gira con solo due fotocamere Nikon.

Secondo il fotografo, il reporter deve prima imparare a conoscere i soggetti delle sue foto, magari vivendo e respirando la cultura del luogo che vorrà ritrarre. (© wikipedia)
Biografia
Dopo aver lavorato anche come cuoco, McCurry ha studiato fotografia alla Pennsylvania State University. Dopo aver lavorato per due anni in un giornale, ha poi lavorato come freelance in India.
Da allora ha scattato fotografie dei conflitti in molti luoghi del mondo, tra cui Jugoslavia, Beirut, Cambodia, Filippine, Guerra del Golfo e Afghanistan, e sul National Geographic Magazine sono stati pubblicati i suoi reportage su Burma, lo Yemen, il Tibet e sui templi di Angkor Wat.
Le foto di McCurry hanno raggiunto la notorietà nel 1984, quando ha ritratto Sharbat Gula, rifugiata in un campo profughi di Peshawar (Pakistan). L'immagine, nota come La ragazza afgana, è stata scelta come copertina del numero di giugno 1985 della rivista National Geographic Magazine, diventando in breve un'icona, cosa di cui McCurry si sente onorato.
Nel 2009 il fotografo ha collaborato a ¡TIERRA!, progetto di sviluppo sostenibile portato avanti dall'azienda Lavazza
Stile
McCurry è passato dall'analogico al digitale, utilizzando software come Aperture, e spesso gira con solo due fotocamere Nikon.

Secondo il fotografo, il reporter deve prima imparare a conoscere i soggetti delle sue foto, magari vivendo e respirando la cultura del luogo che vorrà ritrarre. (© wikipedia)
La maggior parte delle mie immagini sono di persone. Cerco il momento indifeso, l’anima più genuina che si affaccia, esperienza impressa sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che quella persona può essere, una persona colta sopra un paesaggio più ampio, che potremmo chiamare la condizione umana.
(Steve McCurry)
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