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lunedì 13 maggio 2013

giovedì 2 maggio 2013

mercoledì 20 aprile 2011

Chi trova un amico trova un tesoro; Ma trovare un cane è molto meglio

Da Il mercante dei sogni
Romain Gary aveva già combattuto a lungo nelle incongruenze della vita il giorno in cui scrisse che «il solo posto al mondo in cui si può incontrare un uomo degno di questo nome è lo sguardo di un cane». Era arrivato a questa conclusione e l’aveva affidata a una pagina di Cane Bianco, un libro che è pugno nello stomaco per chiunque, figuriamoci per quelli che amano gli animali: lì dentro c’è tutta la cruda follia di quelli che se ne vanno in giro su due gambe, di quelli che non si incontrano nello sguardo di un cane, per intendersi. Ma Gary era anche lo stesso che scriveva che «è terribile amare gli animali» perché «quando in un cane si vede un essere umano, non si può fare a meno di vedere un cane in qualsiasi essere umano, e di amarlo».

Evidentemente un eccesso di filantropia, quello di Gary. Da un recente sondaggio condotto in Canada, monitorando un campione di 505 padroni di piccoli cagnolini, è emerso che il cinquanta per cento di loro preferisce il proprio cane rispetto agli amici. Che tra la compagnia di un loro simile (per quanto simpatico, per bene, educato) e quella del loro animale non hanno un istante di esitazione. E che addirittura (per il 48 per cento del campione), se un compagno o una compagna, dovessero “mettersi di traverso” a questo legame con il “pelosetto”, a farne le spese sarebbe di certo il rapporto di coppia. E vabè, poi dal sondaggio emergevano anche altre cose: tipo che l’80% del campione concede al proprio cane quasi qualsiasi cosa (compreso stare su letti e divani), che il 60% fa loro regali per le feste (Natale, compleanni...), che il 78% coinvolge il proprio cane nelle sue attività quotidiane e che il 53% pianifica le proprie vacanze in maniera da poterlo tenere con sè.

Ora, poichè è da escludere che il sondaggio sia andato capillarmente a stanare una manciata di soggetti sociopatici, la percentuale assume il valore di un’istantanea sorprendente. Non perché non sia doveroso amare gli animali e non perché non sia sacrosanto adorare il proprio animale. Quanto piuttosto per quanto sia diventato difficile amare il prossimo.

E sgombriamo il campo da un equivoco di fondo: chi si rapporta a un animale non lo fa per comodità, per convenienza, per incapacità verso altri tipi di rapporti, per egoismo. Occuparsi di un animale è un occuparsi puntuale e coscienzioso. È un continuo parlarsi senza parole, intendersi senza gesti, sentire guardandosi, spiegarsi a carezze e divieti, a incoraggiamenti e fiducia. Ed è vero, questo sì, che si riceve immancabilmente più di quanto si dia, perché l’amore che ti arriva addosso è tutto pulito, perchè il suo darsi è senza filtri e perchè il suo sceglierti vale il doppio. Ma è vero anche che vivere con un animale significa mettersi in un amore a tempo (la vita media dei cani è di dieci, undici, dodici anni: troppo poco comunque), è prendersi una spina di dolore, la prospettiva di un lutto che per pudore non si potrà nemmeno confessare, quel dannato giorno.
Perciò insomma, il problema non sta in chi, avendo un cane, preferisce il cane agli amici.

Il problema, probabilmente sta negli amici, negli umani, in tutti noi insomma. E certo, è più difficile che il rapporto con il proprio cane «entri in crisi», è più inusuale che con un cane si scatenino i soliti «problemi di coppia» (ma poi cosa sono questi «problemi di coppia»? Se ci sono problemi, non c’è la coppia), è più raro che un cane ci fraintenda (non così raro che ci risponda, anche male a volte), ma questo non significa che questo non sia un rapporto. Semplicemente è un altro rapporto. O anzi, forse è «il» rapporto. © il giornale

Fissa lo sguardo del tuo cane e tenta ancora di affermare che la bestia non ha un'anima
(V.Hugo)

domenica 3 aprile 2011

Ti te dominet Milan II


[Milano] So che è famosa per la moda e per il Milan. Conosco Franco Baresi, per esempio.
(Kazuo Ishiguro)

mercoledì 30 marzo 2011

Questione di baci

Villa Bialbianello è famosa anche come location di numerosi film, fra gli ultimi possiamo certamente ricordare l'epico bacio di Guerre Stellari (Star Wars II La guerra dei Cloni). E' qui che avviene il primo bacio tra la principessa Padmè e il giovane Anakin. Un bacio che sarà solo l'inizio del cuore della saga. E' dal loro amore infatti che nasceranno i gemelli Leila e Luke, protagonisti della prima trilogia



Ma anche l'ultimo 007, Casinò Royal che vede il debutto del primo James Bond biondo: Daniel Craig. E' in questo luogo favoloso che James Bond trascorre il suo periodo di convalescenza.



Da Villa Balbianello - Lenno

I baci non sono anticipo d'altre tenerezze, sono il punto più alto.
(Erri De Luca)

venerdì 4 febbraio 2011

Ufficiale: avere un cane allunga la vita

Altro che istruttori di Pilates, Spinning, Life Pump, corsi di Gag e Panca-fit; se non avete una palestra vicino a casa non è più il caso di disperarsi. Per mantenersi in forma, infatti, basta avere un cane, certamente il migliore ma anche il più esigente tra i personal trainer. A sostenerlo, sia chiaro, non sono solo gli animalisti convinti ma diversi e rigorosi studi scientifici. Non è più solo un comune sentire, dunque, ma un dato di fatto che vivere in casa con il miglior amico dell'uomo faccia notevolmente aumentare il benessere fisico, migliorando, in particolare, le prestazioni del vostro cuore e la circolazione del vostro sangue.

O meglio, una premessa va fatta. Non è che il solo acquisto del cane comporti in automatico una impennata nella salute del proprietario. Se avete un giardino e lasciate scorrazzare il vostro cagnolino sul prato standovene beatamente seduti a guardarlo state certi che i vostri livelli non si muoveranno di un dito se non magari per il buonumore. Occorre alzarsi dal divano e accompagnare, con costanza, il quadrupede nelle sue abituali passeggiate quotidiane. Una recente ricerca svolta dall'Università di San Diego con l'aiuto di due cliniche veterinarie, pubblicata su Preventive Medicine, ha fornito risultati confortanti per i proprietari non sedentari. Partendo dall'assunto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che stabilisce i parametri per migliorare la propria salute in trenta minuti di attività fisica moderata da fare in almeno cinque giorni settimanali ecco che, secondo i dati della ricerca californiana, chi porta il cane a spasso arriva, in media, a camminare per più di tre ore alla settimana. Secondo la compagnia Bob Martin, invece, si è addirittura stabilito che: «Chi ha un cane lo porta a passeggio due volte al giorno per 24 minuti a passeggiata: in totale sono più di 5 ore a settimana. Abbondantemente sopra all'ora e venti di media di chi va in palestra sette giorni».

Certo, uno potrebbe tranquillamente uscire di casa e camminare senza bisogno di un animale al seguito. Ma proprio la presenza di un cane: «Fornisce una motivazione precisa e inderogabile, da mantenere necessariamente a tempo indeterminato» precisa Katherine Hoerster, coordinatrice dell'inchiesta californiana. Con il maltempo, infatti, o nelle ore serali, viene più voglia di abbandonare i programmi di fitwalking che ci eravamo imposti; il fatto, invece, di dover portare fuori il cane, anche solo per i suoi bisogni quotidiani, obbliga il proprietario ad uscire di casa indipendentemente da condizioni climatiche ed orarie, a tutto beneficio della sua salute.
Già lo scorso anno era stato presentato uno studio quasi analogo svolto dalla ricercatrice Cindy Lentino, scienziata della George Washington University School of Public Health and Health Service. Dall'inchiesta era emerso che i proprietari dei cani che non avevano l'abitudine di portare i loro animali a passeggio avevano il 58% di probabilità in più di essere in sovrappeso o sottopeso. Chi, invece, diligentemente andava fuori con il cane era meno propenso a fumare, aveva il 15% di probabilità in meno di soffrire di ipertensione e il 30% in meno di avere il colesterolo alto rispetto ad uno che non possedeva animali. Anche nei casi di depressione, avere un cane portava ad un rischio più basso del 35% paragonato a chi viveva senza quadrupedi canini.

Attenzione, però, se siete dei novizi, a farvi trascinare dall'entusiasmo. Anche il dog walking ha le sue regole come potrete facilmente scoprire in uno dei tanti siti, soprattutto americani, dedicati all'argomento. Qui, infatti, si sprecano consigli ed addirittura si rivelano trucchi. «Walk your dog, do not let your dog walk you» ci spiegano su Dogbreedinfo che tradotto significa che non dovete lasciare il cane davanti a voi ma al vostro fianco per non far rafforzare nella sua mente la convinzione di «essere il soggetto Alfa rispetto a voi». Se vi riesce, poi, ci potreste, magari, provare anche con vostra suocera.

Battute a parte, quando in queste serate invernali vi piangerà il cuore al pensiero di dover uscire con il freddo pungente per portare il cane a fare i bisogni ricordatevi che non lo state facendo solo per lui ma anche, e soprattutto, per star meglio voi.

(di Maurizio Acerbi © IL GIORNALE ON LINE)

Da Sissy in giardino

I cani amano gli amici e mordono i nemici, a differenza degli esseri umani, che sono incapaci di amore puro e confondono l'amore con l'odio nelle loro relazioni.
(Sigmund Freud)

lunedì 15 novembre 2010

Ti te dominet Milan



Saremo una squadra di diavoli. I nostri colori saranno il rosso come il fuoco e il nero come la paura che incuteremo agli avversari!
(Herbert Kilpin)

mercoledì 29 settembre 2010

Un uomo qualunque

E' il 1978, ed una giovane coppia di sposini baresi è giunta da poco a Torino. Lei, Marisa, è una poliziotta carrierista, che vive in sogno avventure criminal-sentimentali, e odia il provincialismo in cui è nata e cresciuta. Lui, Aldo, nipote di un cardinale in odore di papato, è ragioniere capo di una azienda torinese. L'incontro-scontro con Biagio, un nullafacente fuoriuscito dal PCI e in contatto con ambienti malavitosi, cambierà radicalmente la vita di Aldo, che insieme a Biagio e ad un suo amico, Caimano, progetterà un colpo per sbancare il boss delle scommesse clandestine.

Bellissimo il cameo di Omar Pedrini nel ruolo di un prete "rock" e un gran colonna sonora curata dai Timoria pubblicata con l'album "un Aldo qualunque sul treno magico".


Cos'è questo silenzio che c'è
perché da un po' noi non si parla più

"Madame pocheparole" dimmi
che brivido ti dà vivere senza me


un'altra sera senza te
un'altra notte senza te
Che c'è tra la noia e il dolore
lo so lo sai lo so stavolta tocca a me
e no non ti stupire se fosse amore oppure no
mi puoi trovare qui
tra un po' nascerà il sole e nuova luce
porterà quello che già io so
another day away from you

(timoria)

La fine di una supernova

Ogni tanto fatemi fare un "gioco berniano", lo so che non è consuetudine di questo blog, ma oggi è un giorno particolare, per questo eccovi un piccolo post dedicato a chi peridicamente spulcia il blog, eppure con la sua scelta si è eclissata come una stella che alla fine ha deciso di non sorgere più...
(ogni riferimento a fatti o persone nn è puramente casuale)

Da 2010_09_25

Dopo questo dolore non ho paura di niente
il mio amore malato lo racconto alla gente
e fai finta di niente
e non è divertente
Questa vita a trent'anni
non è come sognavo
tra cantanti inventati per piacere della gente
faccio finta di niente
ma non è divertente
La canzone che già sai
e che tanto non ascolterai
perché non ti sei mai chiesta che cosa c'è
cosa c'è cosa c'è in una canzone di me
Come è bella Milano
quando sei un vincente
quante feste ad invito
quante facce contente
Fate finta di niente
se non son divertente
La canzone che ora sai
e che tanto no non capirai
perché non sei degna di me
Cosa c'è, cosa c'è,
cosa c'è in una canzone di me,
è che c'è, è che c'è
e c'è tanto dentro, tanto di me
(timoria)

lunedì 13 settembre 2010

W gli Sposi

Da Matrimonio Maffy & Fra

L'amore è la più terribile, ma anche la più onesta delle passioni; è la sola che non possa occuparsi della propria felicità senza comprendervi la felicità di un altro.
(Alphonse Karr)

giovedì 15 luglio 2010

Matrimonio Andy & Ile

Da Matrimonio Andy & Ile


Un buon matrimonio è quello in cui ciascuno dei due nomina l'altro custode della sua solitudine.
(Rainer Maria Rilke)

martedì 29 settembre 2009

29 Settembre


La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità...
(Bertrand Russell)

martedì 9 giugno 2009

Crescere

Sta notte sono diventato adulto, i miei sogni di bambino sono svaniti in un lampo, anzi meglio in un flash d’agenzia.
Non piango l’addio di una grande persona e di quel che forse è il migliore giocatore degli ultimi 10 anni, piango la fine di una favola, la favola del Milan.
Ho 33 anni e nell’età in cui si sogna, in cui si crede che da grande si salverà il mondo con un robot, in cui ti formi nelle tue convinzioni ed ideali, ho iniziato a sognare di essere un tifoso diverso, uno di quelli fortunati, uno di quelli dove la propria squadra si ama a prescindere dalle vittorie, per i valori, per le storie per l’ambiente che la circonda.
Sono cresciuto con il racconto di Franco Baresi che rifiutava la Juventus, non la Juventus di Moggi o peggio quella ridicola di oggi, ma la JUVENTUS, quella che vinceva a raffica in Italia e qualcosa pure in Europa, per restare nel suo Milan in serie b. Il suo Milan che l’accolse orfano nelle giovanili e gli fece da famiglia.
Sono cresciuto con un Milan che tifavo anche in b, con l’orgoglio dei miei colori, si signori io della Cavese non mi vergogno. Della finale dei mondiali del 82 mi ricordo solo mio zio, interista, che mi chiedeva a me bimbo di 6 anni perché tifassi Milan in B e non il Varese che era in A… e io che gli rispondevo perché il Milan è il Milan.
Sono cresciuto guardando tutta la carriera di Paolo Maldini da quando aveva 16 anni all’infamia del suo addio a San Siro.
Sono cresciuto ammirando una società che pagava Marco Van Basten rotto per 2 anni e lo pagava perché era un pezzo di Milan, una parte di noi. Sono cresciuto con una società che rinnovava i contratti a Inzaghi e Ambro quando tutti dicevano che avevano finito la carriera o che erano giocatori che si rompevano ogni due per tre.
Ancora mi ricordo quel Real – Milan 1-1 visto in ospedale immobile su un letto perché avevo un braccio in trazione, o quel National – Milan con il gol di Bubu (si perché x noi “vecchi” è Bubu e non Chicco) al 118esimo su punizione ed io che avevo la febbre a 40.
Ho passato 8 anni abbonato a San Siro godendomi il Milan di Sacchi, quel Milan che ha cambiato il calcio, quel Milan che dominava come gioco ma vinceva poco in Italia, e il Milan di capello, quel Milan che non ho mai veramente amato, perché Sacchi mi cambiò per sempre, fece di me un esteta per il quale è più importante vedere la squadra giocare bene che vederla vincere.
Ho amato quel Milan, che quando Giovanni Galli arrivava da avversario, era ricoperto da minuti e minuti di cori e gesti di amore nei suoi confronti.
Ho visto il Milan di Zac e ho visto quella corsa mano nella mano di Weah e Boban sotto la curva a Torino, e credo che sia il ricordo più bello calcisticamente parlando che ho, perché racchiudeva tutto, racchiudeva la vittoria ma soprattutto l’amicizia e l’amore, racchiudevano i valori che credevo che la mia squadra avesse al contrario di tutto il mondo calcistico.
Ho pianto quando Van Basten e Baresi hanno lasciato il calcio, mi sono sentito il magone e ho pianto a dicembre vedendo Borgonovo ridotto in quel modo.
Mi sono sempre sentito migliore, diverso rispetto agli altri tifosi, perché ero milanista, perché il Milan non era solo calcio ma anche valori. Era la società che non abbandonava i propri eroi, era la società che dava gli addi al calcio di Baresi, di Boban, di Savicevic di Massaro di Van Basten di Tassotti di Ancelotti. Ho odiato Capello perché fece “esiliare” Gullit ed Evani che sentivo pezzi del Mito.
Ho amato quell milan che riprende Ba in difficoltà e tessera uno sguattero come Esajas.
Certo ci sono stati gli anni bui del 10 e 11 posto ma ho sempre amato il Milan, c’è stata l’infamia a sfondo politico di Calciopoli con giornali come la Repubblica che si inventavano intercettazioni per colpire il Berlusconi politico e invece facevano male ai poveri cristi come me.
Ho amato il Milan il giorno della finale di Istambul, si quella del 3-3 perché nella vita si può anche perdere.
Ho odiato e odio Sheva perché ha preferito per il vile denaro non entrare nel mito, ci ha lasciato dopo tutto quel che il Milan, la società e noi tifosi abbiamo fatto per lui, non ultimo se suo padre è vivo lo deve al fatto che in quel periodo giocava nel Milan. E ho trovato patetico rivederlo quest’anno con quella maglia.
E ieri questo Milan è morto, ora siamo una squadra come tutte le altre siamo una qualunque inter o una qualunque Juventus ed è questo che mi fa male. E’ morto quel mito. Da domani continuerò ad amare quei colori, mi affezionerò ancora a giocatori come Kakà, Donadoni o Van Basten, ma dentro di me saprò che la favola è finita. Vinceremo ancora, ma nulla sarà più come prima.
E chiudo augurando a Kakà di rivincere il pallone d’oro perché si merita ogni sorte di bene. Hasta luego Ricky, se mai ci sarà un Milan – Real sarò allo stadio solo per salutare te.


Per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio.
(Proverbio africano)

venerdì 20 marzo 2009

Vertigine




Potrebbe anche franare la pietra che ho nel cuore
e diventare spiaggia da poterci camminare
Mi strappo via i vestiti ed entro nel tuo mare
e' caldo, e' calmo, ci si puo' naufragare

lunedì 9 marzo 2009

Distorsione Temporale

con te eccello
la mia alba di notte

è sempre nel mai


Non si vede bene che col cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi.
(Antoine de Saint Exupéry)

giovedì 5 marzo 2009

A te

Raggio caldo
e brezza mattutina
unica stella


La cosa più importante nella vita è amare qualcuno. La seconda cosa più importante nella vita è avere qualcuno che ti ami. La terza cosa più importante e che le prime due accadano in contemporanea
(Howie Schneider)

venerdì 20 febbraio 2009

Salviamo il canile di Quartu dall'AGIP






Sign for SIAICANIDIQUARTU



Cagliari (18 febbraio 2009) L'AGIP vuole licenziare tre dipendenti del distributore di Quartu Sant'Elena alle porte di Cagliari in quanto il titolare del distributore e i suoi collaboratori tre anni fa hanno salvato quattro cani che ora vivono in un'area adiacente lo stesso distributore. Secondo quanto sostengono i responsabili del distributore che si sono rivolti al tribunale degli animali di AIDAA l'azienda petrolifera non vuole i cani in quanto la loro presenza nell'area adiacente il distributore sarebbe indecorosa.
AIDAA ha dato mandato ai propri legali di avviare tutte le azioni per tutelare la vita dei cani che altrimenti rischierebbero di finire in canile, ma anche di affiancare nella tutela legale i dipendenti del distributore a loro volta minacciati di licenziamento a causa del loro amore per gli animali.
Sono tre le iniziative messe in atto dall'associazione animalista AIDAA che prendono il via in questi giorni. La prima è una richiesta di incontro con i vertici dell'azienda petrolifera del gruppo ENI per trovare una soluzione a questa vicenda grottesca. La seconda è la messa in rete di una petizione per sostenere il diritto dei cani a vivere nella zona del distributore e per chiedere la salvaguardia del posto di lavoro per il gestore e i dipendenti del distributore di Quartu.
La terza e più importante iniziativa sta nel chiedere agli animalisti e a tutti i cittadini italiani un gesto concreto scegliendo di non fare benzina nei distributori AGIP inviando nel contempo una email di sostegno al diritto alla vita dei tre cani e del diritto al posto di lavoro per il gestore ed i dipendenti del distributore all'indirizzo di posta elettronica siaicanidiquartu@libero.it
Il presidente nazionale AIDAA Lorenzo Croce in merito a questa vicenda ha dichiarato: Noi siamo al fianco di questi lavoratori che hanno salvato quattro cani destinati a morte certa dando una mano concreta alla lotta al randagismo in una terra come la Sardegna dove sono presenti quasi 23.000 cani randagi mentre sono solamente meno di 6.000 i cani ospitati nei canili, e dove molto speso i canili sono in condizioni disastrose. AIDAA chiede a tutti gli animalisti e a tutti i cittadini di buona volontà di sostenere sia firmando la petizione online per chiedere a AGIP di salvare questi animali sia anche e soprattutto aderendo alla campagna di obiezione civile contro la scelta di Agip di voler allontanare i cani dal distributore di Quartu Sant'Elena scegliendo nei prossimi giorni di fare benzina presso distributori di altre compagnie e contemporaneamente inviando una mail di protesta che consegneremo ai vertici agip nei prossimi giorni. E' una battaglia
impari ma che siamo certi potremmo vincere- conclude Croce- se saremo in tanti a combatterla.
Per info 3926552051-3478883546


Chi non ha mai posseduto un cane, non può sapere che cosa significhi essere amato.
(Schopenhauer)

domenica 16 novembre 2008

Auguri a Davide e Nora, novelli sposi

Intervista Doppia: Affari di Famiglia



Dietro le quinte

Il matrimonio deve combattere un mostro che divora tutto: l'abitudine
(Balzac)

giovedì 23 ottobre 2008

Marlene Kuntz - Uno


E' finita
E' finita
La nostra favola, è finita.
Semplice e tragico
è finita tutto qua.

Eri tu il mio amore la mia dolce metà
la nostra vita insieme un'armoniosa unicità.
Se penso a quelle cose che morranno perchè
non potremmo più condividerle
muoio anch'io.

C'è qualche cosa di sbagliato nell'amore
C'è che quando finisce porta un grande dolore.
Perchè quando un'amicizia muore non c'è
questo spasimo che sa di tremenda condanna?

Non ho mai cessato di amarti ma
non riesco più a baciare la tua faccia
Non ho mai cessato di amarti ma
non riesco più a sfiorare la tua faccia
Non ho mai cessato di amarti ma
non riesco più a brandire la tua faccia.

Questo è il mio tormento la mia fatalità
il motivo della fine della favola!

C'è qualche cosa di sbagliato nell'amore
C'è che quando finisce porta un grande dolore.
Perchè quando un'amicizia muore non c'è
questo spasimo che sa di tremenda condanna?

Non ho mai cessato di amarti
Non ho mai cessato di amarti
Ma non riesco più a baciarti, a baciarti.

Capisci che l’amore è finito quando hai detto che saresti arrivato per le sette e arrivi alle nove, e lui o lei non hanno ancora chiamato la polizia … allora l’amore è finito!
(Marlene Dietrich)

mercoledì 22 ottobre 2008

Lettera d'amore

Tratto dal film "Seta", trasposizione cinematografica del romanzo di Baricco.

La vicenda è quella di Hervé Joncour, un commerciante francese di bachi da seta, che si trova ad effettuare regolarmente un lungo viaggio verso il paese del Sol Levante per acquistare i bachi che producono la seta più pregiata, a causa di virulenti batteri che colpiscono le coltivazioni francesi. Convinto a fatica da un amico, una volta giunto in Giappone Hervé sarà irresistibilmente attratto dalla giovanissima geisha di un nobile del luogo. L'amore tra Hervé, felicemente sposato, e la donna, di origini orientali, si profila da subito tormentato e maledetto.


L'amore non ha altro desiderio che quello di realizzarsi, ma se amate ed è inevitabile che abbiate dei desideri, fate in modo che essi siano questi: svegliarsi all'alba con le ali al cuore e ringraziare per un altro giorno d'amore.
(Kahlil Gibran)
blipper
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