martedì 31 agosto 2010

La descrizione di un attimo

Ottenuta in pieno giorno, nella località di Cala su Turcu (per gli amici Cala Baracca), con l'ausilio di un filtro ND 08 (neutral density) in modo da ridurre la quantità di luce che arriva all'obiettivo.

Da Sardinia 2010

Il desiderio di scoprire, la voglia di emozionare, il gusto di catturare, tre concetti che riassumono l'arte della fotografia.
(Helmut Newton)

lunedì 30 agosto 2010

Nora

Nora è un'antica città di fondazione nuragica, nonostante precedentemente si pensasse fosse punica, capitale del popolo dei Noritani. È situata sul promontorio di Capo Pula, sulla costa meridionale della Sardegna ad ovest di Cagliari, attualmente nel comune di Pula.

Pausania attribuisce la sua fondazione all'eroe eponimo Norace, alla guida degli Iberi. Il più tardo Solino attribuisce a Norace una provenienza dalla mitica città di Tartesso.
Il nome deriva da Norace, come confermato anche dallo stesso Solino: "a Norace Norae oppido nomen datum" (da Norace fu dato alla città il nome di Nora).

Sono state ritrovate tracce della presenza nuragica, attestanti una frequentazione del sito nell'età del bronzo (in particolare un pozzo nuragico presso le "Terme a Mare" e dei manufatti d'importazione del miceneo III b databili alla piena età nuragica). Nel territorio circostante sono attestati alcuni nuraghi (Nuraghe "Sa Guardia Mongiasa" sull'unico modesto rilievo nell'immediato entroterra; Nuraghe Antigori di Sarroch, più distante, nel quale sono state rinvenute ceramiche micenee).
Tracce della ripopolazione sardo-fenicia si riferiscono all'VIII secolo a.C. (Stele di Nora, con iscrizione in un alfabeto simile al fenicio, con la più antica attestazione del nome della Sardegna), mentre i resti più antichi rinvenuti si riferiscono ad una necropoli con tombe databili tra la fine del VII e gli inizi del VI secolo a.C.

Da Sardinia 2010

Gli Iberi, dopo Aristeo, si trasferirono in Sardegna sotto la guida di Norace e da essi fu fondata la città di Nora, e tramandano che questa fosse la prima città dell'isola. Si dice che Norace fosse figlio di Hermes e di Eritheia figlia di Gerione.
(Pausania)

venerdì 27 agosto 2010

Cormorani

Da Sardinia 2010

E' sempre difficile venire al mondo. Gli uccelli fanno fatica ad uscire dall'uovo... bisogna trovare il proprio sogno perché la strada diventi facile.
(Hermann Hesse)

giovedì 26 agosto 2010

Is Arenas Biancas

A Teulada all'interno della base militare, per due mesi all'anno è possibile fare il bagno nella spiaggia di Is Arenas Biancas, famosa per le sue dune di color bianco.

Da Sardinia 2010

La zona delle dune, o sabbie bianche (Is arenas biancas) è il terzo settore della spiaggia. Lungo circa 1 chilometro, è situato nel territorio comunale di Teulada e si trova all'interno del perimetro del poligono militare di Capo Teulada. L'accesso è consentito solo d'estate. È caratterizzata da dune di sabbia bianchissima prodotte dall'erosione delle rocce del promontorio, da parte dal mare e dagli agenti atmosferici. Sulla cima delle dune cresce una fitta macchia di ginepro coccolone; si trova inoltre la calcatreppola (o eringio marino), l'euforbia, lo sparto. Nonostante le bonifiche, nelle dune è ben nota la presenza di qualche residuato bellico, dovuto alle esercitazioni militari del recente passato. © Wikipedia
Le dune si trasformano con il vento ma il deserto rimane sempre uguale.
(Paulo Coelho)

mercoledì 25 agosto 2010

Torre Spagnola

Una delle tante torri spagnole della Sardegna, fotografata sulla strada litoranea che da Domus Maria conduce a Teulada.

Da Sardinia 2010

Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima.
(Jacques-Yves Cousteau)

martedì 24 agosto 2010

Baia di Chia: Spiaggia "il porticciolo"

A sinistra della torre di Chia l'incantevole spiaggia del "porticciolo".

Da Sardinia 2010

La canzone dell'oceano si perde sulla spiaggia o nel cuore di chi l'ascolta?
(S.Bambaren - Il Guardiano del Faro)

lunedì 23 agosto 2010

L'arrivo in Sardegna

Dopo un estenuante viaggio eccoci arrivati ad Olbia... ma ancora non è finita mancano 4 ore di macchina e la notte si avvicina...

Da Sardinia 2010

Il viaggio è nella testa.
(Jean Baudrillard)

sabato 7 agosto 2010

A presto :)



Se tutto l'anno ci fosse vacanza, divertirsi sarebbe tedioso come lavorare.
(Shakespeare)

venerdì 6 agosto 2010

Scacchi ed Apertura di campo

In fotografia ed in ottica, un diaframma è un'apertura solitamente circolare o poligonale, incorporata nel barilotto dell'obiettivo, che ha il compito di controllare la quantità di luce che raggiunge la pellicola (in una fotocamera convenzionale) o i sensori (in una fotocamera digitale) nel tempo in cui l'otturatore resta aperto (tempo di esposizione).

Il centro del diaframma coincide con l'asse ottico della lente.

Insieme al tempo di esposizione, l'apertura del diaframma determina la quantità di luce che viene fatta transitare attraverso l'obiettivo, che va quindi a impressionare la pellicola o i sensori.

In modo dipendente dalla velocità della pellicola, la quantità di luce incidente su di essa (o sul sensore fotosensibile) viene a determinare l'esposizione di una fotografia.

La maggior parte delle fotocamere dispone di un diaframma di ampiezza regolabile (simile, per funzione, all'iride dell'occhio) contenuto nell'obiettivo; la regolazione del diaframma si chiama apertura.

A piena apertura il diaframma lascia passare, in un dato tempo, quanta più luce possibile verso il supporto sensibile; chiudendo il diaframma si riduce tale quantità di luce.

Nelle fotocamere, il diaframma può essere regolato su diverse aperture, distribuite regolarmente su una scala di intervalli detti numeri f (f/numero) o f/stop o aperture diframmali o divisioni di diaframma o più semplicemente diaframmi.

La sequenza dei valori di numeri f è una progressione geometrica di ragione \sqrt{2} (circa 1,4) standardizzata al congresso di Liegi nel 1905. Comprende i seguenti valori:

f/1 f/1,4 f/2 f/2,8 f/4 f/5,6 f/8 f/11 f/16 f/22 f/32 f/45 f/64

L'intervallo tra i diversi valori del diaframma viene comunemente indicato in gergo stop.

I numeri f sono calcolati e ordinati in modo tale che diaframmando (cioè chiudendo il diaframma di un'intera divisione o di 1 stop) si dimezza la quantità di luce che entra a impressionare la pellicola o i sensori; chiudendolo di 2 stop si diminuisce la luce a 1/4, chiudendolo di 3 divisioni a 1/8 e così via.

I numeri f esprimono il rapporto focale, cioè il rapporto tra la lunghezza focale dell'obiettivo e il diametro dell'apertura del diaframma. Pertanto a valori più bassi di f corrispondono aperture di diaframma più ampie.

Da Scacchi

Esempio di apertura f5.0 con tempo di scatto 1/6 di secondo. Si noti come solo alcune pedine siano perfettamente a fuoco: il cavallo e un alfiere.

Da Scacchi

Ora invece il diaframma è a f32 ed il tempo di posa logicamente si è dilatato fino ad arrivare a ben 8 secondi. Notiamo come sia tutto perfettamente a fuoco.

Una fotografia è insieme una pseudopresenza e l'indicazione di un'assenza.
(Susan Sontag)

giovedì 5 agosto 2010

Litografia Santa Maria delle Grazie

Stesso soggetto del post precedente, semplicemente modificato con Elements per farlo risultare simile a una litografia e leggeremente ritagliato per eliminare soggetti superflui.

Da Litografie

A cosa serve una grande profondità di campo se non c'è un'adeguata profondità di sentimento?
(Eugene Smith)

mercoledì 4 agosto 2010

Santa Maria delle Grazie

Da Santa Maria delle Grazie (Milano)


Una vecchia, che aveva tre figli fra quei soldati, gridava loro, tutta scarmigliata ma non piangente, che si ricordassero del Signore e della Madonna. "Sì", brontolò un vecchio sergente che li accompagnava, "ca s'ricordo del Sgnour, d'la Madonna, del Vescov e del prevost!" I soldati molto pratici del "prevost", la prigione militare, risero della barzelletta e il battello partì.
(Antonio Fogazzaro)

martedì 3 agosto 2010

Il chiosco del Bramante

Donato (Donnino) di Angelo di Pascuccio detto il Bramante (Fermignano, 1444 – Roma, 11 marzo 1514) è stato un architetto e pittore italiano.

Da Santa Maria delle Grazie (Milano)
Il bello di essere architetto è che puoi camminare nei tuoi sogni.
(Harold Wagoner)

lunedì 2 agosto 2010

blipper
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