giovedì 30 luglio 2009

What I've done



In questo addio
non c'è sangue
non ci sono alibi
perchè ho estratto il rimpianto
dalla verità di mille bugie
e così lascia che la pietà
arrivi e cancelli...

quel che ho fatto
affronterò me stesso
per tracciare una croce
su ciò che sono diventato
cancellare me stesso
e lasciar andare quel che ho fatto...

lascia perdere ciò che hai pensato di me
mentre io pulisco questa parete
con le mani dell'incertezza
quindi lascia che la pietà
arrivi e cancelli...

quel che ho fatto
affronterò me stesso
per tracciare una croce
su ciò che sono diventato
cancellare me stesso
e lasciar andare quel che ho fatto...

per quel che ho fatto
ricomincio da capo
e qualsiasi dolore possa mai venire
oggi questo finisce
sto perdonando quel che ho fatto...

affronterò me stesso
per tracciare una croce
su ciò che sono diventato
cancellare me stesso
e lasciar andare quel che ho fatto...

quel che ho fatto
quel che ho fatto
perdonando quel che ho fatto...

C'è una verità elementare, la cui ignoranza uccide innumerevoli idee e splendidi piani: nel momento in cui uno si impegna a fondo, anche la provvidenza allora si muove. Infinite cose accadono per aiutarlo, cose che altrimenti mai sarebbero avvenute... Qualunque cosa tu possa fare, o sognare di poter fare, incominciala. L'audacia ha in se' genio, potere, magia. Incomincia adesso.
(Johann Wolfgang Goethe)

domenica 26 luglio 2009

Fuochi d'artificio a Campione d'Italia

Purtroppo le foto non sono un granchè, sono state scatatte con l'Omnia.

Per fotografare dei fuochi d'artificio occorre il cavalletto ed un tempo di esposizione superiore ai 3 secondi.



Bisogna scrivere sotto la pelle. Bisogna che parole d'amore si fondano con i nervi, che frasi luminose ci illuminino l'encefalo come fuochi d'artificio, che storie d'avventura ci infettino il sistema nervoso e lo stomaco. In una università americana hanno insegnato a scrivere a un "macacus resusu", con le sue mani tozze e maldestre ha vergato con fatica su un foglio una sola parola: banana. Io ogni giorno scrivo banana. Io scrivo poco, perché scrivendo tanto sbaglio.
(Niccolò Ammaniti)

lunedì 20 luglio 2009

Tramonto sulle Prealpi Varesine

Da Sacro Monte all'imbrunire
Non piangere quando tramonta il sole le lacrime ti impedirebbero di vedere le stelle.
(Davide Calzolari)

martedì 14 luglio 2009

La rocca di Angera

Da Santa Caterina del Sasso - Angera

Il mondo non è una casa d'affitto a Brighton che si debba lasciare perché è miserabile: è il castello di famiglia, con la bandiera sventolante sul torrione, e più è miserabile meno dobbiamo abbandonarlo.
(Gilbert Keith Chesterton)

lunedì 13 luglio 2009

Santa Caterina del Sasso

Da Santa Caterina del Sasso - Angera
Solitudine nella folla. In tutta la tua attività diretta all' esterno, resta internamente libero. Impara a non identificare te stesso con una cosa qualunque. (Abdulhalik)

martedì 7 luglio 2009

Imbrunire

Da Imbrunire

È il lavoro dell'artista creare tramonti quando non ce ne sono.
(Romain Rolland)

lunedì 6 luglio 2009

Un minuto di perfezione

Erano le quattro e sei minuti del pomeriggio.
Dopo un po' Tyler si è seduto a gambe incrociate all'ombra dei pali eretti. Tyler è rimasto seduto per qualche minuto, si è alzato ed è andato a fare il bagno. Si è infilato una maglietta e un paio di calzoni da tuta e si è apprestato ad andarsene. Ho dovuto chiedergli.
Dovevo sapere che cosa faceva Tyler mentre io dormivo.


Se potevo svegliarmi in un posto diverso, in un momento diverso, potevo svegliarmi diverso io stesso?

Ho chiesto a Tyler se era un artista.
Tyler si è stretto nelle spalle e mi ha mostrato come i cinque pali eretti erano più larghi alla base. Tyler mi ha mostrato la linea che aveva tracciato nella sabbia e come usava la linea per calibrare l'ombra proiettata da ciascuno.
Certe volte ti svegli e hai bisogno di chiedere dove sei.
Quello che Tyler aveva creato era l'ombra di una mano gigante. Ora le dita erano da Nosferatu, tanto erano lunghe, e il pollice era troppo corto, ma lui mi ha spiegato come alle quattro e mezzo in punto la mano era perfetta. L'ombra di una mano gigante era perfetta per un solo minuto e per un minuto perfetto Tyler si era seduto nel palmo di una perfezione che lui stesso aveva creato.
Ti svegli e non sei da nessuna parte. Un minuto era abbastanza, ha detto Tyler, c'era da lavorare duro per ottenerlo, ma un minuto di perfezione valeva la fatica. Un momento era il massimo che ci si poteva aspettare dalla perfezione. Ti svegli e tanto basta.
Si chiamava Tyler Durden ed era un proiezionista iscritto al sindacato ed era un cameriere di banchetti all'albergo, giù in centro, e mi ha dato il suo numero di telefono. È così che ho conosciuto Tyler.
Dio mi guardi dalla perfezione, il peggior genere letterario che esista
(Paul Léautaud)
blipper
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