lunedì 6 luglio 2009

Un minuto di perfezione

Erano le quattro e sei minuti del pomeriggio.
Dopo un po' Tyler si è seduto a gambe incrociate all'ombra dei pali eretti. Tyler è rimasto seduto per qualche minuto, si è alzato ed è andato a fare il bagno. Si è infilato una maglietta e un paio di calzoni da tuta e si è apprestato ad andarsene. Ho dovuto chiedergli.
Dovevo sapere che cosa faceva Tyler mentre io dormivo.


Se potevo svegliarmi in un posto diverso, in un momento diverso, potevo svegliarmi diverso io stesso?

Ho chiesto a Tyler se era un artista.
Tyler si è stretto nelle spalle e mi ha mostrato come i cinque pali eretti erano più larghi alla base. Tyler mi ha mostrato la linea che aveva tracciato nella sabbia e come usava la linea per calibrare l'ombra proiettata da ciascuno.
Certe volte ti svegli e hai bisogno di chiedere dove sei.
Quello che Tyler aveva creato era l'ombra di una mano gigante. Ora le dita erano da Nosferatu, tanto erano lunghe, e il pollice era troppo corto, ma lui mi ha spiegato come alle quattro e mezzo in punto la mano era perfetta. L'ombra di una mano gigante era perfetta per un solo minuto e per un minuto perfetto Tyler si era seduto nel palmo di una perfezione che lui stesso aveva creato.
Ti svegli e non sei da nessuna parte. Un minuto era abbastanza, ha detto Tyler, c'era da lavorare duro per ottenerlo, ma un minuto di perfezione valeva la fatica. Un momento era il massimo che ci si poteva aspettare dalla perfezione. Ti svegli e tanto basta.
Si chiamava Tyler Durden ed era un proiezionista iscritto al sindacato ed era un cameriere di banchetti all'albergo, giù in centro, e mi ha dato il suo numero di telefono. È così che ho conosciuto Tyler.
Dio mi guardi dalla perfezione, il peggior genere letterario che esista
(Paul Léautaud)

2 commenti:

  1. Quel film è bellissimo :)

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  2. ^_______^

    la perfezione è qualcosa cui si sogna, sperando di raggiungerla, ma ci sono altrettante persone che la temono...

    RispondiElimina

Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare a come si è vissuto. (Paul Bourget)

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