sabato 1 novembre 2008

Helldorado

Anticipato dal singolo "Che rumore fa la felicità" esce Helldorado, un album diverso, molto latino da ascoltare con la testa e con il cuore, in attesa del concerto di febbraio.

Da Virgin Radio: Alto e basso. Ma pure largo e stretto. Ovvero, tutto quello che succede intorno, dentro e pure ai margini del rock. Anzi, del mondo. Rock'n'roll contemporaneo contaminato e Semplice. E in movimento. Questa era, ma soprattutto è, la materia musicale dei Negrita, che tornano dopo l'album (“L'uomo sogna di volare”) che ne ha cambiato la vita.

Ancora (di più) è il viaggio a risultare protagonista. Tenendo il ritmo al centro. Da Arezzo (dove tutto sempre inizia) a Buenos Aires e ritorno, passando per ogni altro luogo utile al rock e all'anima. “HELLdorado”, in uscita il 31 ottobre.

«Una gabbia dorata, che rappresenta la condizione dell'Occidente», spiega Pau a proposito del titolo del settimo album del gruppo. Prima di aggiungere: «Siamo consapevoli che la musica non cambia il mondo, ma come ha già detto qualcuno, "è una buona colonna sonora per la rivoluzione".

Senza dimenticare che siamo nati e cresciuti da rock'n'roll band». Dodici canzoni (e una manciata di bonus track seminate on line) raccontando i mali diffusi di un Paese sofferente, illuso e inconsapevole della sua stessa ignoranza (l'Italia), ma anche la profonda voglia di vivere che attraversa un continente (quello sudamericano) utile a cogliere l'ispirazione (fin dentro le radici, africane appunto).

Tra patchanka e ballate, echi punk e attitudine rock'n'roll. Nel nome proprio della band, ma con omaggi neppure troppo nascosti a Dylan e Marley; Clash, Mano Negra e Rino Gaetano. Punti di riferimento riconosciuti, lontano dai luoghi comuni però.

Guida track by track di “HELLdorado”:

"Radio Conga"
Aprono le percussioni, quasi a riprendere il discorso musicale interrotto con la fine dell'album precedente. "Come acqua tra le dita", lo dice la voce di Pau, guidando parole, chitarre e metriche significati universali nel mondo desperado, attraverso la prima, intensa canzone dell'album.

"Il libro in una mano, la bomba nell'altra"
Attacca il basso. Funky come potevano esserlo i Clash. Il resto va. In un pensiero che nasce prima della musica. E diventa filastrocca rock, segnala un disagio e attacca l'esasperazione dogmatica del Vaticano (ma anche la deriva integralista islamica) così come la politica "dominante" degli Stati Uniti. «Ma l'intenzione è la ricerca del dialogo», spiega Drigo, autore del testo.

"Malavida en Bs. As."
Ancora e soprattutto rock. In italiano y en espanol. In realtà «una canzone d'amore travestita da rock'n'roll». Si confessa Pau, "Per sempre giramundo". Tra vita on the road e compagne, mogli e figli. Geografia e passione. Negrita, sempre e comunque.

"Soy Taranta"
L'ispirazione viene dal Salento. Oltre che dalla patchanka. Poesia, chitarre e rullanti smozzicati. Italiano, spagnolo, inglese e francese. Moltitudine di lingue e di suoni. Fiati e rock'n'roll compresi. «Latini come la Mano Negra, rock come i Clash», per citare ancora Pau.

"Gioia Infinita"
Tema: ballata. Svolgimento: reggae, con andamento rock. E in più i fiati mariachi di Roy Paci. Effetto: la band come esempio. L'Italia come luogo del mondo. Anzi: mondo libero, luogo da "gioia infinita".

"Il ballo decadente"
Fischietti. Innanzitutto. E una matrice ska, per raccontare l'anomalia «di questi ultimi 15 anni italiani». Ironicamente, va in scena la distanza tra politici e Paese reale. In rock. "Il cielo è sempre più blu", come cantava Rino Gaetano. Ma con "i soliti sospetti" è "miracolo all'italiana".

"Muoviti!"
In inglese. "Soul Fire". Poi in italiano. Non importa. Dal roots reggae al rock, con il pretesto utile e coinvolgente dei fiati. Incentivo a reagire. Messaggio positivo. "Combatti, mano nella mano". Potenziale "inno" da concerto. Perché ascolti e balli. Intanto che ti scopri a pensare.

"Salvation"
Ritorno al rock. Ritorna il rock. Contaminato. Semplice. Coinvolgente. Travolgente. Melodico. Quasi a riassumere decenni di ritornelli, ringiovanirli e metterli dentro un moderno far west.

"Ululallaluna"
Cori che accendono la notte, immaginario fin troppo reale. Qui e ovunque. Versi, chitarre e ululati compresi. La luna poi. Quella, basta guardarla: ci unisce.

"Notte Mediterranea"
Tiene alta la tensione. Il rock'n'roll è liberato (svisate e assoli compresi), per sentirsi al centro di un (nuovo) mondo. Tra l'Europa, l'Africa e il continente sudamericano. Negrita sovversivi del rock?

"Brother Joe"
La musica del mondo. Il linguaggio universale, citando e camminando, segna e sogna la via. Quella positiva, del rock targato Negrita. Chiudono i fiati. E non è un caso, che questo brano sia un omaggio a Strummer. Fin dal titolo.

Visto che comunque sono buono e molti sono arrivati su Gran Burrone cercando il torrent dell'ultimo album dei negrita, che comunque qui non trovere, vi consiglio di usare un metamotore come
minova e vedrete che non resterete delusi.

Potrebbe anche franare la pietra che ho nel cuore
e diventare spiaggia da poterci camminare
Mi strappo via i vestiti ed entro nel tuo mare
e' caldo, e' calmo, ci si puo' naufragare
(Negrita - Vertigine)

1 commenti:

  1. bravissimi i negrita!

    buona domenica

    (grazie ancora per il tuo contributo al mio Halloween)

    RispondiElimina

Bisogna vivere come si pensa, altrimenti si finirà per pensare a come si è vissuto. (Paul Bourget)

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