La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità...
(Bertrand Russell)
martedì 29 settembre 2009
29 Settembre
domenica 27 settembre 2009
Vacanze '09 pt.9 Cres
L'isola di Cres (Cherso) nel golfo del Quarnaro è separata dall'isola di Lussino (Losinj) da un canale artificiale costruito dai romani. Poco frequantata dai turisti è apprezzata soprattutto per la sua autenticità e la particolare atmosfera che ricorda molto l'Italia degli anni '50. L'isola è per metà ricoperta di rocce e per l'altra metà (nord) di pinete e querce. In prossimità di Cres - circondata da mura veneziane - si trova il lago d'acqua dolce Vransko. Da visitare assolutamente Osor - città-museo posta vicino al ponte girevole che collega Cres (Cherso) a Lussino, Cres, Lubenice - uno dei primi centri abitati costruito sulla roccia a 387m di altezza dal mare in tutto simile a un villaggio delle fiabe - e Valun - piccolo borgo circondato da spiagge di ghiaia.
Ustrine è il nome di un piccolo villaggio dell'isola di Cherso (Cres) che si affaccia sulla splendida baia omonima, in un punto la costa è assai ripida. Ancora località di pescatori e pastori, è un apprezzato luogo di villeggiatura.
Ustrine è il nome di un piccolo villaggio dell'isola di Cherso (Cres) che si affaccia sulla splendida baia omonima, in un punto la costa è assai ripida. Ancora località di pescatori e pastori, è un apprezzato luogo di villeggiatura.
Da Estate 09 - Slovenia, Croazia & Bosnia |
Dopo l’istante magico in cui i miei occhi si sono aperti nel mare, non mi è stato più possibile vedere, pensare, vivere come prima.
(Jacques-Yves Cousteau)
lunedì 21 settembre 2009
Come Folgore dal Cielo
Cuori d'acciaio all'erta
il cielo è una pedana,
tra poco nell'offerta
noi piomberemo giù,
pugnali e bombe a mano,
viatico di morte,
e l'ansia della sorte
non sentiremo più !
Aggancia la fune di vincolo,
spalanca nel vento la botola,
assumi la forma di un angelo
e via pel tuo nuovo destin !
Come folgore dal cielo !
canta il motto della gloria.
Come nembo di tempesta !
precediamo la vittoria.
Un urlo di sirena: fuori...fuori !
E giù nell'infinito
sul nemico più agguerrito
per distruggere o morir.
Per distruggere o morir.
L'occhio nemico scruta:
son nuvole che vanno,
ma poi che il vento muta
li vedi già son qui.
E gli angeli di guerra,
pugnale in mezzo ai denti,
in uno contro venti
si battono così !
Sganciato ogni corpo dai vincoli,
racchiusi in un quadrato fermissimo,
il piombo nemico si sgretola:
nessuno di noi cederà !
Come folgore dal cielo !
canta il motto della gloria.
Come nembo di tempesta !
precediamo la vittoria.
Un urlo di sirena: fuori...fuori !
E giù nell'infinito
sul nemico più agguerrito
per distruggere o morir.
Per distruggere o morir.
Passa pei cieli un canto,
è un canto di vittoria,
i figli della gloria
in alto vanno ancor.
E pronti alla battaglia,
col cuore sempre all'erta,
ripeteran l'offerta
con rinnovato ardor !
Aggancia la fune di vincolo,
spalanca nel vento la botola,
assumi la forma di un angelo
e via pel tuo nuovo destin.
giovedì 17 settembre 2009
Vacanze '09. Pt.8 Senj & KrK
Segna (in croato Senj) e` una citta` del litorale adriatico croato situata tra Fiume e Zara nonché il capoluogo della contea della Lika e di Segna.
Segna e` situata lungo il canale della Morlacca nel punto in cui il Golfo del Quarnero maggiormente si insinua nell'entroterra croato. La citta` sorge di fronte alle isole di Veglia e Pervicchio, separate tra loro dalla bocca di Segna (Senjska vrata).
Alle spalle della citta` si ergono le montagne del Velebit e del Gorski Kotar (Alpi Bebie), separate dal valico Vratnik attraverso il quale d'inverno si incanala la bora.
Il Nehaj, fortezza degli Uscocchi a Segna
Gli uscocchi (in lingua croata uskoci) furono celebri pirati di origine croata con base a Segna, nel Quarnaro. Erano costituiti prevalentemente da popolazioni cristiane provenienti dalla Bosnia ed in fuga dall'avanzata turca che avevano raggiunto la costa a Clissa (nei pressi di Spalato).
L' isola di Krk é la più grande perla nella collana delle circa mille isole isolette che fiancheggiano la costa croata dell'adriatico. E' una perla che di volta in volta si circonda di un diverso splendore nei bellissimi colori di un paesaggio incontaminato e di un mare cristallino.
L'isola di Krk si adagia nell'omonimo golfo sulla costa sud occidentale dell'isola.
L'isola di Krk ha un aeroporto destinato anche ai voli internazionali degli aerei più grandi. L' Isola si trova a 30 km da Rijeka e dalla stazione ferroviaria da dove giornalmente partono i treni per l'Italia, l'Austria, la Germania, l'Ungheria. Giornalmente partono da Rijeka anche autobus per Trieste.
La molteplicita' dei collegamenti con la parte continentale, le ben attrezzate strutture turistiche, la costa frastagliata, ricca di baie e di piccole insenature che si affacciano sul mare cristallino, i suggestivi paesaggi e le numerose occasioni di divertimento fanno di Krk una meta tra le più richieste e frequentate dal turismo intenazionale. E' un' isola particolare, un mondo a se stante, irripetibile nella sua purezza e nella sua quiete eppure così facilmente raggiungibile: un ponte che parte da Kraljevica la collega alla terraferma.
L'isola di Krk si trova a 120 km da Trieste ed è l'isola più settentrionale del Mediterraneo, facilmente raggiungibile. Nonostante la posizione così a nord rispetto alle altre isole, gode di un clima estremamente felice, con una temperatura media annua di 4 gradi più alta. L'acqua potabile è di ottima qualità e viene regolarmente controllata. Nella maggior parte dei casi, i centri turistici e costieri sfruttano l'acqua di sorgenti sotterranee. Le isole quarnerine Krk Cres e Losinj possiedono delle sorgenti in loco mentre l'isola di Rab viene rifornita dall costa per mezzo di un acquedotto sottomarino. Le norme doganali della Repubblica di Croazia sono conformi agli standard dei paesi dell’EU. La nostra valuta si importa ed esporta liberamente, mentre per la valuta nazionale il limite e 2000 kn. Attrezzatura professionale e tecnica di valore piuttosto alto deve essere dichiarata alla frontiera.
Segna e` situata lungo il canale della Morlacca nel punto in cui il Golfo del Quarnero maggiormente si insinua nell'entroterra croato. La citta` sorge di fronte alle isole di Veglia e Pervicchio, separate tra loro dalla bocca di Segna (Senjska vrata).
Alle spalle della citta` si ergono le montagne del Velebit e del Gorski Kotar (Alpi Bebie), separate dal valico Vratnik attraverso il quale d'inverno si incanala la bora.
Il Nehaj, fortezza degli Uscocchi a Segna
Gli uscocchi (in lingua croata uskoci) furono celebri pirati di origine croata con base a Segna, nel Quarnaro. Erano costituiti prevalentemente da popolazioni cristiane provenienti dalla Bosnia ed in fuga dall'avanzata turca che avevano raggiunto la costa a Clissa (nei pressi di Spalato).
L' isola di Krk é la più grande perla nella collana delle circa mille isole isolette che fiancheggiano la costa croata dell'adriatico. E' una perla che di volta in volta si circonda di un diverso splendore nei bellissimi colori di un paesaggio incontaminato e di un mare cristallino.
L'isola di Krk si adagia nell'omonimo golfo sulla costa sud occidentale dell'isola.
L'isola di Krk ha un aeroporto destinato anche ai voli internazionali degli aerei più grandi. L' Isola si trova a 30 km da Rijeka e dalla stazione ferroviaria da dove giornalmente partono i treni per l'Italia, l'Austria, la Germania, l'Ungheria. Giornalmente partono da Rijeka anche autobus per Trieste.
La molteplicita' dei collegamenti con la parte continentale, le ben attrezzate strutture turistiche, la costa frastagliata, ricca di baie e di piccole insenature che si affacciano sul mare cristallino, i suggestivi paesaggi e le numerose occasioni di divertimento fanno di Krk una meta tra le più richieste e frequentate dal turismo intenazionale. E' un' isola particolare, un mondo a se stante, irripetibile nella sua purezza e nella sua quiete eppure così facilmente raggiungibile: un ponte che parte da Kraljevica la collega alla terraferma.
L'isola di Krk si trova a 120 km da Trieste ed è l'isola più settentrionale del Mediterraneo, facilmente raggiungibile. Nonostante la posizione così a nord rispetto alle altre isole, gode di un clima estremamente felice, con una temperatura media annua di 4 gradi più alta. L'acqua potabile è di ottima qualità e viene regolarmente controllata. Nella maggior parte dei casi, i centri turistici e costieri sfruttano l'acqua di sorgenti sotterranee. Le isole quarnerine Krk Cres e Losinj possiedono delle sorgenti in loco mentre l'isola di Rab viene rifornita dall costa per mezzo di un acquedotto sottomarino. Le norme doganali della Repubblica di Croazia sono conformi agli standard dei paesi dell’EU. La nostra valuta si importa ed esporta liberamente, mentre per la valuta nazionale il limite e 2000 kn. Attrezzatura professionale e tecnica di valore piuttosto alto deve essere dichiarata alla frontiera.
Da Estate 09 - Slovenia, Croazia & Bosnia |
Uomo libero, amerai sempre il mare
(Baudelaire)
venerdì 11 settembre 2009
Vacanze '09. Pt.7 Trogir
Traù (in croato Trogir, in tedesco ed ungherese Trau) è una città della Croazia, con circa 13.000 abitanti. Viene considerata una delle città veneziane più belle e meglio conservate dell'intera Dalmazia. Secondo l'autorevole critico Bernard Berenson poche città al mondo annoverano tante opere d'arte in così poco spazio.
La storia
Fu fondata dai greci della stirpe ellenica dei Dori di Siracusa col nome di Tragurion. L'imperatore Claudio vi installò i suoi onorevoli veterani.
Dopo vari secoli di alterne vicende, comprendenti anche la conquista da parte dei saraceni, nel 1420 inizia un lungo periodo di prosperità sotto il controllo della Repubblica di Venezia che ebbe termine solo nel 1797.
Si successero quindi alcuni passaggi di sovranità fra la Francia napoleonica (dal 1806 al 1809 Traù fece parte del napoleonico Regno d'Italia) e l'Impero Asburgico, poi la città venne stabilmente incorporata in quest'ultimo assieme al resto della Dalmazia. Questo secondo periodo della storia di Traù durò fino al termine della prima guerra mondiale nel 1918.
Durante il periodo della dominazione austroungarica, Traù divenne uno dei teatri dello scontro che opponeva gli autonomisti dalmati agli unionisti, che reclamavano l'unione della Dalmazia alla Croazia. I primi - fra i quali gli esponenti delle famiglie cittadine italiane e italofile - governarono Traù fino al 1887, favoriti prima del 1850 dal fatto che la maggioranza dei cittadini di Trau erano italiani. Successivamente al 1860 il partito autonomista dei Dalmati italiani rimase al potere anche grazie ad un meccanismo elettorale che privilegiava la rappresentanza delle classi più abbienti ed istruite (in prevalenza italiane) alla massa popolare (diventata quasi totalmente croata a seguito di notevoli immigrazioni dalle campagne circostanti nella seconda metà del secolo XIX).
Secondo i censimenti austriaci nel 1880 si contavano 1960 italiani su 3129 abitanti, che negli anni successivi diminuirono bruscamente quando il Podestà del "Partito autonomista" italiano della città fu sostituito da quello "unionista" croato (gli italiani erano solo 171 nel censimento del 1890 e 170 in quello del 1900).
Al termine del primo conflitto mondiale, Traù entrò a far parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, divenuto successivamente Regno di Jugoslavia, fino alla seconda guerra mondiale.
Durante questo conflitto la città fu annessa al Regno d'Italia e, come buona parte della Dalmazia, fece parte della Provincia di Spalato del Governatorato della Dalmazia fino al settembre 1943.
I Tedeschi e gli Ustascia successivamente la occuparono fino a che i partigiani di Tito nel 1944 la unirono alla Repubblica Socialista di Croazia all'interno della nuova Jugoslavia per oltre 40 anni. Traù dal 1991 fa parte della Repubblica di Croazia.
Dal 1977 il centro storico di Traù fa parte della lista dei patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO.
I monumenti
La città sorge su due isole collegate alla terraferma da due ponti ed è unita alla vicina isola di Bua per mezzo di un ponte girevole. Detta anche la piccola Venezia, è un piccolo gioiello che conserva numerosi edifici medievali di impronta veneziana.
La Cattedrale di San Lorenzo a Traù, in tipico stile veneziano
Traù, con il suo centro storico risalente quasi interamente al XIII secolo e comprendente più di 10 chiese diverse, ha nella cattedrale romanica di San Lorenzo (1180-1250) il suo punto di maggiore interesse.
Altri monumenti sono la Loggia pubblica (1308), il Castello del Camerlengo (1420-1437), il Maschio di San Marco, la Torre dell'orologio, palazzo Cippico, la chiesa di san Domenico, la chiesa di san Nicola con annesso il convento delle benedettine, la porta di terraferma, la porta Marina e, a fianco, la loggia della Pescheria del 1527.
Parecchi leoni di San Marco ornavano la città, a memoria dell'antica dominazione veneziana. Negli strascichi della pluridecennale lotta che opponeva la maggioranza croata della popolazione cittadina alla minoranza italiana e italianizzante, nei primi giorni di dicembre del 1932 otto leoni vennero distrutti da un gruppo di croati, anche con l'ausilio della dinamite. Fra questi un celebre leone andante, bassorilievo di Nicolò Fiorentino e Andrea Alessi del 1471, che ornava l'interno della Loggia Pubblica. Al giorno d'oggi alcuni leoni mutilati sono esposti al museo cittadino o giacciono nell'ex convento di S. Domenico.
Il lungomare deve il suo fascino alla contrapposizione tra le belle architetture delle abitazioni e le barche (spesso veri e propri yacht di gran lusso) ormeggiati lungo il canale.
La storia
Fu fondata dai greci della stirpe ellenica dei Dori di Siracusa col nome di Tragurion. L'imperatore Claudio vi installò i suoi onorevoli veterani.
Dopo vari secoli di alterne vicende, comprendenti anche la conquista da parte dei saraceni, nel 1420 inizia un lungo periodo di prosperità sotto il controllo della Repubblica di Venezia che ebbe termine solo nel 1797.
Si successero quindi alcuni passaggi di sovranità fra la Francia napoleonica (dal 1806 al 1809 Traù fece parte del napoleonico Regno d'Italia) e l'Impero Asburgico, poi la città venne stabilmente incorporata in quest'ultimo assieme al resto della Dalmazia. Questo secondo periodo della storia di Traù durò fino al termine della prima guerra mondiale nel 1918.
Durante il periodo della dominazione austroungarica, Traù divenne uno dei teatri dello scontro che opponeva gli autonomisti dalmati agli unionisti, che reclamavano l'unione della Dalmazia alla Croazia. I primi - fra i quali gli esponenti delle famiglie cittadine italiane e italofile - governarono Traù fino al 1887, favoriti prima del 1850 dal fatto che la maggioranza dei cittadini di Trau erano italiani. Successivamente al 1860 il partito autonomista dei Dalmati italiani rimase al potere anche grazie ad un meccanismo elettorale che privilegiava la rappresentanza delle classi più abbienti ed istruite (in prevalenza italiane) alla massa popolare (diventata quasi totalmente croata a seguito di notevoli immigrazioni dalle campagne circostanti nella seconda metà del secolo XIX).
Secondo i censimenti austriaci nel 1880 si contavano 1960 italiani su 3129 abitanti, che negli anni successivi diminuirono bruscamente quando il Podestà del "Partito autonomista" italiano della città fu sostituito da quello "unionista" croato (gli italiani erano solo 171 nel censimento del 1890 e 170 in quello del 1900).
Al termine del primo conflitto mondiale, Traù entrò a far parte del Regno dei Serbi, Croati e Sloveni, divenuto successivamente Regno di Jugoslavia, fino alla seconda guerra mondiale.
Durante questo conflitto la città fu annessa al Regno d'Italia e, come buona parte della Dalmazia, fece parte della Provincia di Spalato del Governatorato della Dalmazia fino al settembre 1943.
I Tedeschi e gli Ustascia successivamente la occuparono fino a che i partigiani di Tito nel 1944 la unirono alla Repubblica Socialista di Croazia all'interno della nuova Jugoslavia per oltre 40 anni. Traù dal 1991 fa parte della Repubblica di Croazia.
Dal 1977 il centro storico di Traù fa parte della lista dei patrimoni dell'Umanità dell'UNESCO.
I monumenti
La città sorge su due isole collegate alla terraferma da due ponti ed è unita alla vicina isola di Bua per mezzo di un ponte girevole. Detta anche la piccola Venezia, è un piccolo gioiello che conserva numerosi edifici medievali di impronta veneziana.
La Cattedrale di San Lorenzo a Traù, in tipico stile veneziano
Traù, con il suo centro storico risalente quasi interamente al XIII secolo e comprendente più di 10 chiese diverse, ha nella cattedrale romanica di San Lorenzo (1180-1250) il suo punto di maggiore interesse.
Altri monumenti sono la Loggia pubblica (1308), il Castello del Camerlengo (1420-1437), il Maschio di San Marco, la Torre dell'orologio, palazzo Cippico, la chiesa di san Domenico, la chiesa di san Nicola con annesso il convento delle benedettine, la porta di terraferma, la porta Marina e, a fianco, la loggia della Pescheria del 1527.
Parecchi leoni di San Marco ornavano la città, a memoria dell'antica dominazione veneziana. Negli strascichi della pluridecennale lotta che opponeva la maggioranza croata della popolazione cittadina alla minoranza italiana e italianizzante, nei primi giorni di dicembre del 1932 otto leoni vennero distrutti da un gruppo di croati, anche con l'ausilio della dinamite. Fra questi un celebre leone andante, bassorilievo di Nicolò Fiorentino e Andrea Alessi del 1471, che ornava l'interno della Loggia Pubblica. Al giorno d'oggi alcuni leoni mutilati sono esposti al museo cittadino o giacciono nell'ex convento di S. Domenico.
Il lungomare deve il suo fascino alla contrapposizione tra le belle architetture delle abitazioni e le barche (spesso veri e propri yacht di gran lusso) ormeggiati lungo il canale.
Da Estate 09 - Slovenia, Croazia & Bosnia |
Uno dei sintomi dell'arrivo di un esaurimento nervoso è la convinzione che il proprio lavoro sia tremendamente imponante. Se fossi un medieo, prescriverei una vacanza a tutti i pazienti che considerano importante il loro lavoro
(Bertrand Russell)
mercoledì 9 settembre 2009
Vacanze '09. Pt.6 Međugorje
Međugorje (pronuncia croata e bosniaca [ˈmɛdʑu.ɡɔːrjɛ]), scritto anche Medjugorje, è un piccola località del comune di Čitluk, oggi parte del cantone della Erzegovina-Narenta, della Federazione di Bosnia-Erzegovina, in Bosnia-Erzegovina.
Il paese è la frazione principale di una parrocchia formata da cinque villaggi: Međugorje, Bijakovići, Vionica, Miletina e Šurmanci, con popolazione a maggioranza croata e cattolica, ed è situato alla base di due colline, il Križevac e il Podbrdo (il nome Međugorje significa proprio "fra i monti").
Tale località è diventata celebre nel mondo perché, dal 24 giugno 1981, Vicka Ivanković, Mirijana Dragičević, Marija Pavlović, Ivan Dragičević, Ivanka Ivanković e Jakov Čolo (che allora avevano tra 10 e 16 anni, oggi sono tutti adulti, padri e madri di famiglia) affermano di ricevere apparizioni della Vergine Maria, che si presenterebbe con il titolo di "Regina della Pace" (Kraljica Mira). Per questo motivo Međugorje è divenuta meta di numerosi pellegrinaggi.
Il paese è la frazione principale di una parrocchia formata da cinque villaggi: Međugorje, Bijakovići, Vionica, Miletina e Šurmanci, con popolazione a maggioranza croata e cattolica, ed è situato alla base di due colline, il Križevac e il Podbrdo (il nome Međugorje significa proprio "fra i monti").
Tale località è diventata celebre nel mondo perché, dal 24 giugno 1981, Vicka Ivanković, Mirijana Dragičević, Marija Pavlović, Ivan Dragičević, Ivanka Ivanković e Jakov Čolo (che allora avevano tra 10 e 16 anni, oggi sono tutti adulti, padri e madri di famiglia) affermano di ricevere apparizioni della Vergine Maria, che si presenterebbe con il titolo di "Regina della Pace" (Kraljica Mira). Per questo motivo Međugorje è divenuta meta di numerosi pellegrinaggi.
Da Estate 09 - Slovenia, Croazia & Bosnia |
Siamo devoti alla Madonna e saremo sempre salvi da ogni pericolo.
(Padre Pio)
sabato 5 settembre 2009
Vacanze '09. Pt.5 Mostar
Mostar (nella lingua locale Mostar/Мостар) è una città di 125.448 abitanti (2004) della Bosnia Erzegovina, il centro del Cantone di Erzegovina-Narenta della federazione bosniaco-croata.
Mostar è la capitale non ufficiale dell'Erzegovina, ed è costruita lungo il fiume Neretva. È la quarta città del paese. Mostar ha un aeroporto internazionale, che si trova nel vicino paese di Ortiješ.
Il nome Mostar deriva dal suo Antico Ponte (Stari Most) e dalle torri sulle due rive, i "custodi del ponte" (mostari).
Guerra in Bosnia
Tra il 1992 e 1993, dopo che la Bosnia Erzegovina dichiarò l'indipendenza dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, la città fu soggetta ad un assedio lungo nove mesi.
L'Esercito popolare Jugoslavo (JNA) bombardò per la prima volta Mostar il 3 aprile 1992 e nelle settimane successive prese il controllo di gran parte della città. L'8 aprile i croati d'Erzegovina formarono il Consiglio di Difesa Croato (Hrvatsko Vijeće Obrane, HVO) ed affrontarono le forze dell'esercito jugoslavo (serbo).
I tiri d'artiglieria del JNA danneggiarono o distrussero diversi bersagli civili. Tra questi un monastero dei francescani, la cattedrale cattolica e il palazzo del vescovo con una biblioteca di 50.000 libri, oltre alla moschea di Karadžoz-bey, quella di Roznamed-ij-Ibrahim-efendija e dodici altre.
Il 12 giugno le forze militari dell'HVO, assieme a formazioni più piccole composte da bosniaci, ammassarono abbastanza uomini e armi da costringere le truppe del JNA a uscire da Mostar. Il IV Corpo dell'Esercito della Bosnia Erzegovina, principale formazione militare dei bosniaci, venne fondata quello stesso anno a Mostar. Durante l'assedio che ne seguì, la città venne bombardata dai serbi bosniaci posizionati sulle montagne a est.
Nel 1993, i croati bosniaci e i bosniaci musulmani cominciarono una lunga lotta per il controllo di Mostar. I croati lanciarono un'offensiva il 9 maggio durante la quale bombardarono senza tregua il quartiere musulmano, riducendolo in gran parte in rovine, compreso numerose moschee e case del periodo ottomano. Durante la guerra i croati crearono dei campi di concentramento per i musulmani. La parte musulmana della popolazione, nonostante in 400 anni di dominazione non avesse mai mostrato ostilità verso altre culture, si trovò così al centro di una vera e propria guerra ideologica oltre che politica, subendone tutte le atrocità.
Il ponte di pietra del XVI secolo, fu distrutto il 9 novembre dal fuoco di mortaio croato. Nel 2004 ne è stata completata la ricostruzione, contestuale al recupero dell'intera città vecchia, che è stata iscritta dall'UNESCO nella lista dei siti Patrimonio dell'umanità.
Secondo il giornalista triestino Paolo Rumiz la distruzione del ponte, che non aveva nessun valore strategico, volle colpire un simbolo, il simbolo dell'alleanza tra due mondi che si volevano ad ogni costo separare.
Un cessate il fuoco fu firmato il 25 febbraio 1994. La città rimase divisa tra croati e bosniaci, e solo nel 1996 fu ristabilita la possibilità di passare da una parte all'altra della città.
© http://it.wikipedia.org
Il ponte di Mostar minato durante la guerra, ora simbolo di integrazione e patrimonio mondiale dell'Unesco
la moschea
il Video della preghiera del Muezzin
la povertà è una realtà quotidiana fra le strade di Mostar
Mostar è la capitale non ufficiale dell'Erzegovina, ed è costruita lungo il fiume Neretva. È la quarta città del paese. Mostar ha un aeroporto internazionale, che si trova nel vicino paese di Ortiješ.
Il nome Mostar deriva dal suo Antico Ponte (Stari Most) e dalle torri sulle due rive, i "custodi del ponte" (mostari).
Guerra in Bosnia
Tra il 1992 e 1993, dopo che la Bosnia Erzegovina dichiarò l'indipendenza dalla Repubblica Socialista Federale di Jugoslavia, la città fu soggetta ad un assedio lungo nove mesi.
L'Esercito popolare Jugoslavo (JNA) bombardò per la prima volta Mostar il 3 aprile 1992 e nelle settimane successive prese il controllo di gran parte della città. L'8 aprile i croati d'Erzegovina formarono il Consiglio di Difesa Croato (Hrvatsko Vijeće Obrane, HVO) ed affrontarono le forze dell'esercito jugoslavo (serbo).
I tiri d'artiglieria del JNA danneggiarono o distrussero diversi bersagli civili. Tra questi un monastero dei francescani, la cattedrale cattolica e il palazzo del vescovo con una biblioteca di 50.000 libri, oltre alla moschea di Karadžoz-bey, quella di Roznamed-ij-Ibrahim-efendija e dodici altre.
Il 12 giugno le forze militari dell'HVO, assieme a formazioni più piccole composte da bosniaci, ammassarono abbastanza uomini e armi da costringere le truppe del JNA a uscire da Mostar. Il IV Corpo dell'Esercito della Bosnia Erzegovina, principale formazione militare dei bosniaci, venne fondata quello stesso anno a Mostar. Durante l'assedio che ne seguì, la città venne bombardata dai serbi bosniaci posizionati sulle montagne a est.
Nel 1993, i croati bosniaci e i bosniaci musulmani cominciarono una lunga lotta per il controllo di Mostar. I croati lanciarono un'offensiva il 9 maggio durante la quale bombardarono senza tregua il quartiere musulmano, riducendolo in gran parte in rovine, compreso numerose moschee e case del periodo ottomano. Durante la guerra i croati crearono dei campi di concentramento per i musulmani. La parte musulmana della popolazione, nonostante in 400 anni di dominazione non avesse mai mostrato ostilità verso altre culture, si trovò così al centro di una vera e propria guerra ideologica oltre che politica, subendone tutte le atrocità.
Il ponte di pietra del XVI secolo, fu distrutto il 9 novembre dal fuoco di mortaio croato. Nel 2004 ne è stata completata la ricostruzione, contestuale al recupero dell'intera città vecchia, che è stata iscritta dall'UNESCO nella lista dei siti Patrimonio dell'umanità.
Secondo il giornalista triestino Paolo Rumiz la distruzione del ponte, che non aveva nessun valore strategico, volle colpire un simbolo, il simbolo dell'alleanza tra due mondi che si volevano ad ogni costo separare.
Un cessate il fuoco fu firmato il 25 febbraio 1994. La città rimase divisa tra croati e bosniaci, e solo nel 1996 fu ristabilita la possibilità di passare da una parte all'altra della città.
© http://it.wikipedia.org
Il ponte di Mostar minato durante la guerra, ora simbolo di integrazione e patrimonio mondiale dell'Unesco
la moschea
il Video della preghiera del Muezzin
la povertà è una realtà quotidiana fra le strade di Mostar
Da Estate 09 - Slovenia, Croazia & Bosnia |
Mai pensare che la guerra, anche se giustificata, non sia un crimine.
(Ernest Hemingway)
Iscriviti a:
Post (Atom)