Lontano della giovialità del Border collie e meno attaccato al padrone del Pastore tedesco, il maremmano abruzzese sembra quasi un'anomalia nel panorama delle razze da utilità. Conoscendo meglio la razza e riflettendo sull'uso che gli uomini, negli anni, hanno fatto di questa, si possono arrivare a chiarire molte cose circa questo cane alle volte misterioso e rude. Il suo carattere si è plasmato attraverso secoli di vita trascorsa in un ambiente molte volte ostile, sotto la tutela di padroni-pastori che non gli riservavano carezze o tenerezze.
Considerati dall'uomo come veri ausiliari: ai pastori maremmani veniva chiesto prima di tutto l'attaccamento al gregge e non alla mano umana, la capacità di autodecisione per poterli lasciare soli durante le lunghe ore del pascolo ed il coraggio di affrontare l'avversario, chiunque esso fosse.
Tali richieste hanno formato per generazioni il carattere del nostro bianco amico, rendendolo un ottimo guardiano, capace di autogestire le sue azioni, fino ad arrivare alla dissoluzione del suo istinto predatorio, che farebbe del suo gregge un cibo eccellete.
Totalmente avulso a questo istinto, il pastore maremmano che nasce per il lavoro, fin da cucciolo vive con le pecore e gli agnelli, integrandoli nel suo concetto di famiglia da proteggere ad ogni costo.
Più che l'uomo, con il quale non lavora sottomesso ma al fianco, è con il suo gregge che questo cane tesse una fitta rete relazionale ed affettiva.
Ovviamente i cuccioli nati negli allevamenti, non sono selezionati per la guardia al pascolo, ma mantengono ugualmente intatto, molto del loro carattere ancestrale.
A mio avviso, la sfida a cui devono mirare gli odierni allevatori, è quella di dar vita a soggetti che mantengono intatto l'equilibrio ed il temperamento innato del pastore maremmano abruzzese, senza renderlo un cane servile e sottomesso.
A chi lo guarda nei suoi occhi scuri, oggi come allora, il maremmano deve trasmettere fierezza e dignità; in lui l'uomo non deve trovare la sottomissione tipica delle razze abituate al lavoro sotto la mano umana, ma un compagno al suo pari, dotato di una sua intelligenza, con la quale saprà far fronte da solo alle urgenze della vita. ©http://www.psicologiacanina.it
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